L’editoriale/Direzione di rotta orientata alla crescita, ma ora spirano venti di una nuova burrasca
L’economia della provincia di Padova ha retto alla contraccolpo della pandemia ma dall’ultima parte del 2021 vari fattori rischiano di zavorrare la ripresa

PADOVA. La tempesta del virus ha violentemente scosso il bosco delle imprese del Veneto e della provincia di Padova. Tante piante sono state duramente provate, altre menomate, altre sono state alleggerite da fronde superflue. Tutto il sistema economico è stato frontalmente interrogato a proposito di abitudini, ritmi, attitudini inveterati. Ma se nel 2020 i dati di bilancio hanno in generale risentito della pandemia, lo scorso anno l’evidenza di una ripresa arrembante è emersa molto nettamente. Del presente, denso di rischi e insidie gravi, parleremo più avanti.
L’indagine Top500 che Gruppo Gedi, con Nordest Economia e Il mattino di Padova, in partnership con PwC e con la condivisione di Assindustria Venetocentro, propone con questo inserto esplora in effetti tre fasi: il 2020 (quasi una sorta di passato remoto), l’annata che si è appena conclusa e, infine, le proiezioni sul futuro. Come da oltre un decennio a questa parte, il tessuto che vi presentiamo deriva dall’intreccio di due fili: l’ordito dipende dai numeri dei bilanci, la trama deriva invece dalle storie e dalle strategie, visioni, opinioni narrate dai protagonisti, insomma dagli imprenditori.
Partiamo dai numeri, perché costituiscono la mappa per orientarci rispetto allo stato di salute delle prime 500 aziende padovane.
Il volume aggregato dei ricavi dei 500 battistrada nel 2020 è sceso del 7% sul precedente anno, pari a una perdita di 2,4 miliardi; una battuta d’arresto durissima, da comparare tuttavia con l’arretramento del prodotto interno lordo nazionale (-8,9%) e regionale (-9%).
L’indice di redditività principe, ossia il margine operativo lordo delle nostre 500 imprese leader è sceso “appena” dell’1,2% in media. Contenimento dei costi e maggiori efficienze. I conti evidentemente beneficiano anche degli effetti di indennizzi di Stato e cassa integrazione.
Ma le medie mescolano ovviamente storie e segni diversi, talora antitetici. A fronte del fatto che ben 315 dei nostri campioni registrano ricavi in discesa, ne deriva dunque che 185 imprese sono cresciute anche nell’anno della prima terribile ondata pandemica. Inoltre, addirittura esattamente metà del plotone dei 500 ha migliorato le performance reddituali (Ebitda). Indizi chiari di una formidabile concentrazione a presidio dei costi. Perché occorreva in primis reggere una tempesta che ha colto tutti impreparati.
Il telaio insomma ha retto. Che non significa minimizzare l’impatto catastrofico determinato dalla crisi pandemica sul tessuto sociale e economico. Ma appunto di catastrofe si tratta: che significa sia evento disastroso che rovesciamento, rivolgimento, radicale cambiamento di stato. Che tante imprese siano state intaccate dagli effetti della emergenza sanitaria è comune esperienza. Ma a proposito del concetto di “rivolgimento”, di cambio di strategia e di business model, intraprendendo o accelerando un processo di modernizzazione dell’impresa, nelle pagine di questo inserto troverete testimonianze a iosa. Tant’è che poi uno spirito di intraprendenza rinnovata e corale trova sintesi nei dati di previsione sul Pil 2021, stimato in ripresa del 5,8% a livello regionale.
Direzione di rotta giusta, ma a partire dall’ultimo quadrimestre dello scorso anno messa seriamente in questione da una serie di fattori che - combinati assieme - minacciano di zavorrare la navigazione. I piombi alle caviglie delle imprese sono noti: l’incertezza complessiva determinata dal perdurare del virus; l’esplosione del costo dell’energia; la rarità e il prezzo lievitato per molte materie prime; la transizione energetica con i relativi costi sociali e di riconfigurazione di intere filiere produttive. Nuvole che pesantemente offuscano il cielo della ripresa, fino a lasciare intuire una burrasca possibile.
La crisi ha generato però nelle imprese anche moti di cambiamento che implicano modernizzazione. I versanti sono i più vari: l’estensione del digitale nei più diversi ambiti; il modello di governance capace di tenere assieme la stabilità della famiglia azionista e le competenze aggiuntive apportate dal management; gli investimenti in tecnologia; l’accelerazione su M&A. I campioni faranno ancora la loro partita e molti di loro cambieranno serie.
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