A Nord Est il turismo corre senza guida: il Pil aumenta, ma i manager sono pochi

I dati di Manageritalia: appena 57 dirigenti in Veneto nel comparto e solo 11 in Friuli Venezia Giulia, su oltre 130 mila addetti complessivi

Roberta PaoliniRoberta Paolini
Immagine tratta da Master Aforisma
Immagine tratta da Master Aforisma

Nel turismo del Nord Est la crescita c’è, ma non è ancora una crescita di testa. A trainare il comparto non sono i manager, bensì la consueta ossatura operativa di imprese familiari, stagionali, con funzioni direttive ancora accentrate nei proprietari. La managerializzazione del settore turistico procede con passo lento, sproporzionato rispetto alla dimensione economica e occupazionale di uno dei comparti più rilevanti dell’area.

In Veneto, dicono le analisi di Manageritalia su fonte Inps, a fronte di oltre 109 mila addetti, i dirigenti sono appena 57, in lieve aumento rispetto al 2018 (+9,6%). In Friuli Venezia Giulia, dove gli occupati superano le 23 mila unità, i dirigenti scendono da 12 a 11 (–8,3%). Numeri che restano marginali, nonostante il turismo rappresenti un pilastro del Pil regionale e un motore stabile di esportazione invisibile.

Un leggero segnale di dinamismo arriva dalla fascia dei quadri: in Veneto passano da 413 a 505 (+22,3%), in Friuli Venezia Giulia da 62 a 66 (+6,5%). Ma anche in questo caso, la proporzione tra ruoli intermedi e forza lavoro totale resta minima. A fronte di una rete di imprese capillare, il capitale manageriale rimane un punto debole.

Il confronto con le regioni turistiche più strutturate – Lombardia, Lazio, Toscana – rende il divario evidente. In Lombardia, su 207 mila addetti, i quadri sono 1.118 e i dirigenti 207; nel Lazio (128 mila occupati) si contano 898 quadri e 155 dirigenti; in Toscana (116 mila addetti) 758 quadri e 112 dirigenti. Nel Nord Est la densità manageriale è nettamente inferiore: un rapporto che limita la capacità del sistema di innovare, programmare e competere su scala internazionale. In Veneto l’incidenza dei manager sul totale della forza lavoro è dello 0,05% dato che sale allo 0,51% considerando anche i quadri, in Fvg dato sostanzialemnte allineato con l’incidenza dei dirigenti pari allo 0,05% valore che con i quadri raggiunge quota 0,32%. In Lombardi gli stessi parametri mostrano rispettivamente lo 0,15% per l’incidenza dei manager e dello 0,98% considerando anche i quadri.

«Il turismo, soprattutto quello di qualità, rappresenta una leva strategica per lo sviluppo economico e sociale del Friuli Venezia Giulia», spiega Stefano De Martin, presidente di Manageritalia Friuli Venezia Giulia che sarà in assemblea venerdì 7 novembre.

«Per crescere serve una visione manageriale capace di pianificare e creare sinergie tra pubblico e privato. I manager devono essere protagonisti di questa trasformazione, portando competenze e capacità di gestione. Solo così il turismo potrà diventare un motore stabile e competitivo per il futuro della regione».

Un problema di leadership

Un appello condiviso anche da Lucio Fochesato, presidente di Manageritalia Veneto: «Abbiamo voluto riflettere sul valore strategico del capitale umano, sull’urgenza di attrarre competenze e sulla necessità di una managerialità diffusa. Il turismo veneto può crescere solo se aumenta la qualità delle sue figure gestionali».

Nonostante il turismo sia tra i settori più dinamici del Pil regionale, continua a mostrare una struttura fragile: poche posizioni apicali, scarsità di ruoli intermedi, limitata presenza di laureati (–16%) e un incremento marcato di lavoratori senza titolo (+75%). Quasi il 30% degli addetti è straniero, il 70% dei quali con livello di istruzione elementare o assente.

A mancare non sono le risorse, ma la trasformazione organizzativa: la capacità di passare da imprese a conduzione familiare a vere aziende turistiche, capaci di gestire capitale umano, formazione e stagionalità. Senza una base manageriale solida, il turismo rischia di restare un gigante economico con piedi operativi.

I dati

I dati Inps–Manageritalia fotografano la stessa tendenza anche fuori dal comparto turistico. In Fvg i dirigenti complessivi sono 1.841 (+1,3%, di cui 270 donne). Trieste, pur in leggero calo (–2,6%), resta la provincia più rappresentata con oltre 600 manager. Gorizia segna +7%, Udine +3,9% (con managerialità femminile +10,6%) e Pordenone +1,2% (+19,5% le donne).

In Veneto, i dirigenti sono 8.684 (+1,4%), con aumenti in Padova (+5,2%), Vicenza (+3,5%), Verona (+3,4%) e Treviso (+1,3%). In calo Rovigo (–0,7%) e Venezia (–10,9%), quest’ultima frenata proprio dal peso del turismo stagionale e dalla frammentazione imprenditoriale.

Una fotografia che non lascia spazio a dubbi: nel Nord Est la managerializzazione cresce, ma non abbastanza da colmare il divario con la forza economica del comparto. Il turismo continua a generare miliardi di valore aggiunto e occupazione, ma resta povero di leadership. E finché non costruirà una classe dirigente all’altezza del suo peso economico, resterà un settore ad alto potenziale e bassa governance. 

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