Sì alla salute nei posti di lavoro: «Obiettivo in tutto il FVG»

Protocollo di intesa tra Confindustria Alto Adriatico e Regione. Sono una ventina le aziende che faranno da apripista per l’iniziativa

Laura Venerus

Un protocollo d'intesa regionale per promuovere la salute nei luoghi di lavoro: è quanto siglato ieri mattina nella sede di Confindustria Alto Adriatico di Pordenone dal presidente Michelangelo Agrusti e dal vicepresidente della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi.

Il Workplace Health Promotion (Whp), partito a livello locale nel Pordenonese su spinta propulsiva dell'Asfo, diventa patrimonio dell'intero territorio del Friuli Venezia Giulia e tutte le aziende vi possono far parte, da quelle più strutturate a quelle di più piccole dimensioni: l'obiettivo è di promuovere salute e sensibilizzare a corretti stili di vita dentro e fuori i luoghi di lavoro.

«L'accordo tra Asfo e Confindustria risale al 2018 - ha ricordato Agrusti - e ora diventa regionale. L'ambiente della fabbrica deve essere sano e promuovere salute: in questo senso ci sono aziende che concepiscono lo stare bene nel luogo di lavoro e lo accompagnano anche con una corretta educazione sanitaria».

Fondamentale, dunque, non solo l'impegno delle aziende sanitarie, con l'avvio del progetto pilota in Friuli Occidentale e la divulgazione a tutte le aziende sanitarie della regione, ma anche l'interazione delle istituzioni, come hanno affermato Lucio Bomben, direttore della struttura complessa di Igiene e Sanità Pubblica di Asfo, assieme a Manlio Palei e Barbara Alessandrini della direzione Servizio di Prevenzione, Sicurezza alimentare e sanità pubblica regionale.

Il Modello Whp, che ora conta una ventina di aziende aderenti, punta a concreti obiettivi quali la riduzione del carico di malattie croniche e degenerative che possono influire sia nella sanità pubblica sia nella resa sul posto di lavoro. Diffondere corretti e sani stili di vita è fondamentale, partendo dalle scuole e proseguendo anche in ambito lavorativo.

La referente regionale per il gruppo Whp Giulia Goi ha ricordato le varie fasi che portano all'adesione delle aziende a questo protocollo: da venti, l'obiettivo è ora moltiplicare questo numero. Dopo la fase di iscrizione, le aziende individuano al loro interno un gruppo di lavoro che verrà formato per pianificare le buone pratiche dell'azienda. Queste ultime vengono ogni anno valutate per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

Gli esempi portati direttamente dai protagonisti provengono da Electrolux, Savio Macchine Tessili, Casa di Cura San Giorgio, Gruppo Luci, «ma c'è anche chi lo ha già attivato da solo, come la Colussi Ermes di Casarsa», ha rilevato Agrusti: palestra interna, nutrizionista, corsi di cucina sana, percorsi per smettere di fumare o per altre dipendenze, consulenza psicologica interna sono solo alcuni fattori messi in piedi da queste aziende.

«Fondamentale l'alleanza tra le istituzioni per raggiungere questo importante obiettivo - ha concluso Riccardi - in particolare in questo complesso periodo storico: alfabetizzazione, formazione, consapevolezza e aumento delle competenze in materia di salute sono responsabilità di tutti e vanno a beneficio di ognuno e dell'intero sistema. Il luogo di lavoro, insieme alle aule delle scuole, è spazio straordinario per trasmettere conoscenze e buone pratiche per mantenersi in salute, per comprendere e divulgare le azioni migliori da adottare per sé stessi e per gli altri, come benefici che indubbiamente ricadono anche sul Sistema sanitario regionale»,

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