Palombella, Uilm: «Salari più elevati e meno ore di lavoro se vogliamo salvare l’industria italiana»

La proposta del segretario nazionale dei metalmeccanici della Uil. Sull’acciaieria Metinvest in Fvg: «La politica si assuma le sue responsabilità». Ipotesi Piombino?: «Di cuore risponderei Taranto… Piombino va benissimo purchè si faccia in Italia»
Elena Del Giudice
Rocco Palombella
Rocco Palombella

«Meno ore di lavoro a parità di salario». La Uilm presenta a Casarsa, all’assemblea regionale del sindacato, la propria proposta. Tema caldo, del resto, quello delle retribuzioni, al centro degli interventi di molti delegati che anticipano al segretario nazionale, Rocco Palombella, la rivendicazione da inserire nella piattaforma che si va definendo per il rinnovo del contratto.

Segretario, in periodo di dibattito sul salario minimo, e di erosione causata dall’inflazione, il tema retribuzioni è cruciale.

«Gli incrementi salariali sono indispensabili alla luce di un’inflazione elevata, del caro-bollette, e il contratto è uno strumento di tutela, anche minima, perché interviene dopo che rincari e inflazione hanno già eroso i salari».

Le proposte?

«Nel dettaglio le presenteremo all’assemblea convocata a Napoli per il 4 e 5 ottobre, detto ciò come Uilm riteniamo che mai come in questo momento il contratto si deve caratterizzare per due punti fondamentali: più salario e meno ore di lavoro».

Una bella sfida. Già il contratto del ’21 ha innalzato i salari.

«A fronte di un incremento medio di 112 euro nel triennio, a scadenza stimiamo si arriverà a oltre 250 euro grazie alla clausola di salvaguardia. Ma gli aumenti non si traducono in incremento tal quale del netto in busta paga, parliamo sempre di cifre lorde, che vengono poi ridotte dal prelievo fiscale. Più volte abbiamo chiesto di detassare gli aumenti salariali, ma questo non avviene. Ne consegue che nonostante si parli di cifre anche importanti, una parte cospicua di queste va allo Stato».

L’altro punto fondamentale è la riduzione dell’orario di lavoro. Si conciliano le due cose?

«Secondo noi sì. Se guardiamo al passato, le grandi rivoluzioni industriali hanno sempre portato con sé o un aumento degli occupati o una diminuzione dell’orario di lavoro. Che non sia una proposta azzardata lo dimostrano le recenti dichiarazioni di Biden ai lavoratori dell’automotive negli Usa, le proposte di Ig Metal, ma anche l’organizzazione di grandi aziende come Toyota, Lamborghini, Ducati. Oggi siamo di fronte ad un altro passaggio epocale dato dalla digitalizzazione, dall'intelligenza artificiale, dalla transizione ecologica, che va gestito anche rivedendo l’orario di lavoro, che non può proseguire con questi ritmi: 8 ore al giorno sono troppe. La sfida è rendere il lavoro metalmeccanico attrattivo e a misura di uomini e donne».

Innovazione e tecnologia per migliorare il lavoro.

«Esatto, se vogliamo salvare l’industria, questa è la strada. In caso contrario non troveremo più giovani da inserire nelle fabbriche».

Dall’altra parte ci sono le aziende per le quali il costo del lavoro è troppo elevato.

«Dipende da quanti utili le aziende sono disponibili a investire sul lavoro e quanti per il profitto».

Electrolux dice: noi vogliamo restare in Italia, e lo dimostriamo con gli investimenti, ma occorre ragionare su costo del lavoro e flessibilità. Lei che risponde?

«Occorre investire in automazione per eliminare le operazioni gravose, impegnando le persone in mansioni più qualificate. Così aumenta la produttività, aumenta il gradimento delle persone e l’azienda recupera».

E il tavolo sull’elettrodomestico?

«Abbiamo bisogno di un luogo dove discutere di prospettive, di piani industriali, evitando di affrontare sempre e solo le emergenze. Lo chiediamo da tempo».

Il rendering del progetto dell'acciaieria Metinvest a San Giorgio di Nogaro
Il rendering del progetto dell'acciaieria Metinvest a San Giorgio di Nogaro

Il Fvg era candidato ad ospitare un investimenti di Metinvest e Danieli per una nuova acciaieria a San Giorgio di Nogaro, ipotesi ora tramontata per timori ambientali...

«Credo che prima di rinunciare ad una attività produttiva bisogna fare tutti gli sforzi possibili e la politica deve assumersi le sue responsabilità. I cittadini hanno il diritto di avere tutte le riserve e di esternarle, ma una cosa non possiamo fare: decidere sull'onda dei sentimenti. Tutto ha un impatto sull’ambiente, anche l’uomo. Se un’autostrada è pericolosa si interviene per correggerla, non la si elimina».

L’acciaieria si potrebbe fare a Piombino?

«Di cuore io proporrei Taranto (Palombella è di Faggiano provincia di Taranto, ndr). Ma Piombino va benissimo. L’importante è che l’Italia non perda questo investimento».

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