Sempre più richieste di permessi 104 a Nordest: +26% in 5 anni. E ora arrivano più tutele con la nuova legge
Nel 2023 oltre 75 mila lavoratori tra Fvg, Veneto e Trentino Alto Adige hanno utilizzato i permessi: crescono assistenza familiare e malattie oncologiche

Da una parte l’invecchiamento della popolazione, dall’altro l’aumento delle patologie croniche e oncologiche, ed ecco che per molte famiglie è sempre più complicato conciliare le esigenze legate al lavoro con la salute. Quando in un nucleo familiare c’è una persona con disabilità garantirle assistenza richiede enormi sacrifici, non solo dal punto di vista economico.
Per tutte queste famiglie (in tutto il Triveneto 75 mila persone, 12.868 in Friuli Venezia Giulia e 55.598 in Veneto), la legge 104, introdotta nel 1992, ha rappresentato una svolta positiva rivoluzionando il diritto del lavoro. Per la prima volta sono state garantite tutele concrete alle persone con disabilità e ai loro familiari, consentendo l’utilizzo di permessi e congedi senza il rischio di perdere il posto di lavoro.
Ma oggi, anche in virtù dell’incremento dei casi registrato negli ultimi anni, quelle garanzie non bastano più. E allora il Governo è corso ai ripari con l’approvazione della legge 106 che, dal primo gennaio del prossimo anno, aggiungerà nuove misure di sostegno per chi assiste soggetti invalidi o si trova a vivere in prima persona la fragilità.
Più permessi
Dal 2026 i lavoratori interessati avranno a disposizione 10 ore aggiuntive annue di permesso retribuito, con copertura contributiva figurativa, utilizzabili per: visite mediche e specialistiche; esami strumentali; analisi cliniche; terapie e cure ricorrenti. Queste ore si sommano ai tre giorni di permesso mensile già previsti dalla Legge 104.
Possono usufruirne: lavoratori dipendenti (pubblici o privati) affetti da malattie oncologiche in fase attiva o in follow-up precoce; lavoratori con patologie croniche o invalidanti, anche rare, con invalidità pari o superiore al 74%; dipendenti con figli minorenni nelle stesse condizioni. Nel settore privato, l’indennità viene anticipata dal datore di lavoro e recuperata tramite conguaglio con i contributi Inps.
Il congedo straordinario
La riforma conferma il diritto al congedo straordinario per assistere un familiare con disabilità grave, fino a 24 mesi complessivi nell’arco della vita lavorativa. In questo caso però non è prevista retribuzione né contribuzione figurativa automatica: il periodo non vale quindi ai fini dell’anzianità e della pensione, ma può essere riscattato versando i contributi.
Durante il congedo non è possibile svolgere altre attività lavorative. Al rientro, il lavoratore ha diritto di priorità nello smart working, se compatibile con la mansione e l’organizzazione aziendale.
I lavoratori autonomi con le patologie previste possono sospendere la propria attività fino a 300 giorni annui, garantendo maggiore tutela per la salute. Possono usufruirne: lavoratori con disabilità certificata; genitori (anche adottivi) di figli con disabilità grave; il coniuge o partner unito civilmente o convivente di fatto; parenti o affini fino al terzo grado.
Meno burocrazia
Le procedure per il riconoscimento della disabilità saranno semplificate grazie a un sistema di accertamento più rapido e uniforme, che prevede l’Inps come unico ente accertatore.
Sarà sufficiente un certificato del medico di base o di uno specialista di una struttura pubblica o privata accreditata, la trasmissione sarà telematica con la tessera sanitaria, attivando direttamente la procedura con l’Inps.
Smart working
Nella norma sono previste delle novità anche per il lavoro agile. Il dipendente che usufruisce del congedo avrà una corsia preferenziale per accedere allo smart working, purché la mansione lo consenta e non vi siano esigenze organizzative contrarie. Secondo i sindacati però non sono molte le aziende attrezzate a trasformare il lavoro agile in uno strumento di inclusione.
Gli autonomi
Per la prima volta, con la 106 alcune tutele vengono riconosciute anche ai lavoratori autonomi: professionisti e partite Iva potranno sospendere l’attività per un massimo di 300 giorni all’anno in caso di malattie oncologiche o invalidanti, mantenendo la posizione previdenziale attiva. Nuovi diritti quindi per una categoria che era sempre rimasta esclusa dall’ambito delle protezioni sociali.
I numeri
I permessi della Legge 104 sono in costante crescita: nel 2023, ultimo anno per il quale sono registrati i dati sul sito dell’Inps, le richieste da parte dei lavoratori disabili sono aumentate del 18% rispetto all’anno precedente passando da 64.229 a 75.799, quelle per l’assistenza ai familiari del 14%, erano 485.300 nel 2022, sono diventate 553.083 l’anno successivo.
E prendendo in considerazione gli ultimi cinque anni l’incremento è ancora più significativo: i permessi per familiari sono passati da 444.645 a 553.083 con un incremento di 110.438.
Sommando i permessi personali e quelli per familiari in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige nel 2023 siamo arrivati a 75.003 mentre nel 2019 la conta si era fermata a 59.411 con una differenza di 15.595 il che significa che ogni anno mediamente si è verificato un incremento di 3.898 permessi.
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