Lincoln, dopo la “moratoria” arrivano 58 licenziamenti
L'accusa della Fiom Cgil: "Da quando la Licoln ha acquisito la Fro, l'azienda di Due Carrare che possedeva brevetti strategici per il nucleare, abbiamo capito che si trattava di un'acquisizione per estromettere un concorrente"

PADOVA.
Saranno almeno 58 i tagli che seguiranno la fine del blocco dei licenziamenti voluto dal Governo.
È il caso della Lincoln Electric di Due Carrare, storica azienda attiva nel segmento della produzione di elettrodi, acquisita nel luglio di 2 anni fa dalla multinazionale Lincoln ed ora pronta per un taglio del personale da 58 posti, più che dimezzando il numero di addetti (circa 100). L’operazione frutto di un accordo sull’uscita volontaria è stata in effetti concordata con il sindacato.
«Fin dal principio l’impressione che avevamo era quella di un’acquisizione finalizzata all’estromissione di un competitor» spiega Michele Iandiorio, membro della segreteria della Fiom Cgil di Padova.
«Fro, come si chiamava l’azienda prima del luglio del 2018, era una realtà piuttosto avanzata e titolare di alcuni brevetti strategici per il settore dell’energia nucleare, per i sottomarini e così via. L’acquisizione non ha in effetti portato ad alcun investimento nell’arco degli ultimi due anni e la proprietà ci ha comunicato la sua intenzione di chiudere alcune delle produzioni di elettrodi tradizionali. Una scelta unilaterale che tuttavia rientra in un contesto di settore in cui le aziende simili faticano a trovare un buon equilibrio tra costi e fatturato. Pure in una situazione complessa abbiamo ottenuto un buon meccanismo incentivante, ridotto l’entità dei tagli e introdotto la condizione della volontarietà. Nei prossimi giorni avremo un incontro con la proprietà per capire come gestire la situazione ma è certo che non appena si esaurirà il blocco dei licenziamenti, nella Bassa ci saranno altri 58 lavoratori in meno». —
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