L’allarme della Cgil: in Veneto i redditi medi lordi non raggiungono i 20 mila euro all’anno
I dati del Caaf della Cgil: “Questi cittadini vivono in una delle regioni più industrializzate del Paese e devono cavarsela con poco più di 1000 euro netti al mese. E c’è chi sta anche molto sotto questa cifra”

La campagna fiscale si avvicina alla sua conclusione, il termine ultimo per presentare il 730 è il prossimo 30 settembre. Fino ad oggi, il Caaf Cgil Nordest ha elaborato 257.000 dichiarazioni di lavoratori e pensionati veneti.
I numeri dimostrano il dramma sociale cui andremo incontro nelle prossime settimane.
Il reddito medio, senza distinguere tra chi è ancora in attività e chi in pensione, è di 19.416 euro lordi. Ancora una volta sono le donne le più penalizzare, con 14.576 euro lordi all’anno (quasi il 40% in meno degli uomini, che invece raggiungono i 24.257 euro). Questi cittadini, che vivono in una delle regioni più industrializzate del Paese, devono cavarsela con poco più di 1000 euro netti al mese. E c’è chi sta anche molto sotto questa cifra.
Va poi considerato che il Veneto è tra le regioni italiane che registrano il più alto livello di inflazione, ben sopra l'8%, con punte che si avvicinano o superano il 9% in alcune città capoluogo.
“Proviamo a immaginare – dichiara Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto – in che misura possono incidere su queste famiglie aumenti delle bollette e dei beni alimentari che, sommati, raggiungeranno nell’arco del 2022 anche i 2.000 euro, quasi due mesi di stipendio o di pensione. Senza considerare i lavoratori poveri, chi un’occupazione neanche la trova, chi potrebbe perderla, chi finirà in cassa integrazione con una decurtazione del reddito che lo metterebbe in enorme difficoltà. Anche per questo 700 lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati partiranno domani, mercoledì 14 settembre, per partecipare all’assemblea nazionale delle nostre delegate e delegati che ha per titolo “Ascoltate Il Lavoro”. E non è un caso se abbiamo scelto di svolgere questa iniziativa nel pieno della campagna elettorale, a dieci giorni dal voto. Abbiamo la netta sensazione che i partiti politici non si rendano conto fino in fondo di quale sia la condizione materiale di chi vive di salario e di pensione”.
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