In Friuli Venezia Giulia assunzioni in frenata

L’ultimo indicatore utile ad indicare lo stato di salute del mercato del lavoro conferma il trend già fotografato partendo dagli occupati, che già segnalava una frenata. Parliamo delle assunzioni che, nel primo semestre 2023, sono diminuite del 2,3% rispetto allo stesso periodo del ’22. E’ l’Ires Fvg, con il ricercatore Alessandro Russo, ad aver rielaborato i dati dell’Inps, che attestano al 30 giugno scorso in Friuli Venezia Giulia 84 mila 517 nuovi rapporti di lavoro, 2.023 in meno rispetto allo stesso primo semestre dello scorso anno. Del totale, al primo posto, ci sono i contratti a termine, 32 mila 720 in aumento del +1%, seguono quelli in somministrazione, che crollano del -16,2%, i contratti a tempo determinato sono 12 mila 124, e segnano -5,1%. In contrazione anche l’apprendistato, poco più di 3.500 contratti -6,1%. In variazione positiva sia il lavoro stagionale, oltre 11.800 +1,2%, sia i contratti per il lavoro intermittente, 9 mila 765 nel semestre, +14%. Proprio le dinamiche delle diverse tipologie contrattuali lasciano intuire che in questa prima parte dell’anno ad aver espresso una minore offerta di lavoro è il settore industriale manifatturiero che è, tra i diversi comparti, quello che usufruisce di più del lavoro in somministrazione, ma è anche quello che stabilizza di più.
A livello territoriale la frenata più marcata, sia in valori assoluti che in percentuale, la registra il Friuli occidentale. Nel semestre conta infatti 17 mila 661 nuovi contratti di lavoro contro gli oltre 19 mila dello scorso anno, con una variazione di -1.471, -7,7%. Segue l’ex provincia di Udine 38.533 assunzioni, erano 39.416 nel ’22, con una variazione di -883, -2,2%. Negativa ma modesta la variazione nell’area triestina con 15.567 nuovi rapporti di lavoro, 41 in meno sullo scorso anno, -0,3%; in controtendenza l’area goriziana che invece incrementa di 372 unità le assunzioni sempre nel raffronto con il primo semestre ’22, per un totale di 12.756 e un +3%.
«Nel periodo - è la considerazione di Alessandro Russo - si può notare una diminuzione delle nuove assunzioni in somministrazione in tutte le regioni italiane (la variazione complessiva è pari a -8,6%). Il Fvg è una delle regioni dove tale andamento è stato particolarmente negativo, in particolare nelle province di Udine (-18,4%) e Pordenone (-20,6%). Si tratta di una tipologia contrattuale in cui un’impresa appositamente autorizzata assume i lavoratori perché vengano impiegati temporaneamente in altre aziende - ricorda Russo -. Nel periodo considerato le assunzioni in somministrazione sono diminuite soprattutto per quanto riguarda la componente femminile (-19,3%, contro -13,6% degli uomini). La flessione ha inoltre riguardato in misura maggiore le assunzioni di lavoratori italiani (-17,4%, contro -14,1% degli stranieri)».
Nel periodo le cessazioni dei rapporti di lavoro sono diminuite in maniera ancora più consistente delle assunzioni (da 68.403 a 64.638, pari a -5,5%). «Le dimissioni dei lavoratori sono sempre più diffuse e costituiscono ancora la motivazione di gran lunga principale dell’interruzione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato - conclude Russo -: se nel 2014 le dimissioni erano circa la metà di tutte le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato, a partire dal 2021 la loro incidenza supera stabilmente il 75%» arrivando al 78,5% attuale.
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