Dopo 6 mesi di trattativa e diversi scioperi, c’è l’accordo per l’integrativo alla Modine

L’intesa siglata da azienda e sindacati è stata approvata dai lavoratori in assemblea. Il premio di risultato sarà di mille euro; previsti percorsi per la stabilizzazione dei contratti a termine, maggiorazioni per gli straordinari e soluzioni tecniche per risolvere il problema “caldo” negli stabilimenti

Una manifestazione dei lavoratori della Modine di Amaro
Una manifestazione dei lavoratori della Modine di Amaro

UDINE. Ci sono voluti sei mesi di trattative e diverse ore di sciopero ma alla fine i lavoratori della Modine hanno portato a casa il risultato: il rinnovo del contratto integrativo.

L’intesa sottoscritta da azienda e sindacati, interessa gli oltre 600 dipendenti dei due stabilimenti di Pocenia e Amaro.

L'accordo stabilisce miglioramenti normativi ed economici ed è stato approvato nelle assemblee tenutesi nei due stabilimenti a cui hanno partecipato più di 500 dipendenti col 71 % di voti favorevoli, precisano le due sigle sindacali.

Lo stabilimento Modine a Pocenia
Lo stabilimento Modine a Pocenia

È riconosciuta «una somma di 1000 euro al raggiungimento pieno degli obiettivi tecnici ed economici individuati nel premio di risultato», scrivono Maurizio Marcon (FIOM CGIL) e Fabiano Venuti (FIM-CISL), si stabiliscono le basi per costruire relazioni sindacali partecipative e, ad esempio, l'introduzione di un percorso di stabilizzazione dei lavoratori con contratto a termine o di somministrazione, l'avvio di un confronto sulla formazione continua e la professionalità dei lavoratori, potenziamento della previdenza complementare incrementando il contributo a carico aziendale per il fondo Cometa e contrattazione di orari di lavoro, part-time e straordinario al sabato per cui è prevista, oltre alla maggiorazione del contratto nazionale, un'indennità oraria di 2 euro.

Inoltre, entro il primo trimestre 2023, «si dovranno individuare le soluzioni tecniche strutturali per il miglioramento del microclima nei reparti produttivi in estate». Vale la pena ricordare che a Pocenia i lavoratori quest’estate hanno incrociato le braccia per protestare contro le temperature eccessive registrate all’interno dello stabilimento, che in diverse giornate hanno superato i 40 gradi.

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