Addio a Giuliano Luvisoni, il pioniere dell’industria del legno

Addio a Giuliano Luvisoni, considerato uno dei pionieri dell’industria del legno in Friuli Venezia Giulia. Classe 1929, è mancato martedì mattina, 27 ottobre, nella sua casa di Udine. Nel 1966 aveva fondato la “G. Luvisoni & Co” di Martignacco, che vanta 54 anni di attività nella commercializzazione del legname. «È stato un padre e un imprenditore esemplare» ricorda il figlio Pietro, attuale amministratore delegato dell’azienda. «Ha cresciuto 3 figli ed è sempre stato molto orgoglioso del fatto che ci fossimo fatti carico noi di portare avanti l’attività di famiglia. È rimasto presente nella sua azienda fino allo scorso anno».
Uomo tutto d’un pezzo, Luvisoni ha fatto parte di quella generazioni di imprenditori friulani capaci di partire dal nulla creando un’attività produttiva forte e duratura: «Era il frutto di una vita di sacrificio e di impegno, oltre che di serietà professionale», assicura il figlio Pietro. «Mio padre – aggiunge – ha sempre considerato l’azienda come una seconda famiglia e con il suo esempio ci ha trasmesso i principi dell’impegno e della serietà nel mondo del lavoro. Andava fiero soprattutto di una cosa: delle relazioni ultra decennali con fornitori, clienti e collaboratori in mezzo mondo e sul fatto di esportare circa il 35% della nostra produzione».
Luvisoni, nato a Udine il 24 settembre 1929, aveva da poco compiuto 91 anni. Si era diplomato in Ragioneria all’istituto Zanon. Da bambino, raggiungendo Tarvisio a bordo un treno, raccontava di aver visto le cataste di legname che scorrevano veloci come le immagini di un film e di aver fantasticato. «Quel viaggio mi ha stregato – diceva – e oggi mi sento un uomo fortunato perché ho realizzato il sogno della mia vita creando un’azienda che commercializza il legname con il mio cognome». Negli anni’70 il legname proveniva quasi esclusivamente dall’Austria. Poi, negli anni’ 80, l’azienda scoprì nuovi e inesplorati mercati di approvvigionamento come Indonesia, Malesia, Africa e Nord America. Oggi la Luvisoni commercializza il legno per produttori italiani di mobili, cornici, pavimenti, sedie, serramenti, costituendo un punto di riferimento per le falegnamerie e gli arredatori del Nord e del Centro Italia. Nel 2000 l’azienda si è trasferita da Udine nella più ampia sede di Martignacco, dove ha consolidato l’efficienza di impianti e macchinari.
Grande il cordoglio del mondo imprenditoriale friulana per la scomparsa di Luvisoni. Questo il ricordo di Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli: «Un’azienda che opera da oltre 50 anni dà il segno non solo di quanto sia radicata nel territorio, ma anche della sua illuminata visione internazionale. Giuliano Luvisoni ha infatti condotto la società ad aprirsi a mercati di approvvigionamento della materia prima non solo limitati all’Europa, offrendo così sbocchi e opportunità importanti a tutta l’industria del legno e dell’arredo. È stato animato da una grandissima passione per il prodotto, che è riuscito a trasferire a ogni componente della sua famiglia, anche allargata: una smisurata passione per la materia prima del legno – chiude Fantoni – che univa a una profonda umanità».
Fulvio Bulfoni, capogruppo delle Industrie Legno, Mobile e Sedia di Confindustria Udine aggiunge: «Era un imprenditore di vecchio stampo. Ha portato in dote alla sua azienda il rispetto per il lavoro e per la parola data, unita a una grande serietà e correttezza. Tutti segni che rimangono nel mondo dell’imprenditoria friulana». Ecco anche le parole di Alessandro Calcaterra, presidente di FedecomLegno-FederlegnoArredo: «Salutiamo l’amico Giuliano e prendiamo ad esempio il suo amore profondo per il legno, la lungimiranza imprenditoriale e la dedizione nei confronti dell’impresa e dei suoi collaboratori».
I funerali di Luvisoni saranno celebrati venerdì alle 10. 30 nella chiesa del Redentore di via Mantica. «Mio padre giocava in quei dintorni da ragazzo ed è sempre rimasto affezionato a quei luoghi. Era nato in via Villalta, settima generazione di una famiglia da sempre udinese». Tra le sue grandi passioni oltre al lavoro, c’era proprio il calcio e il tifo per l’Udinse: «Fino a qualche anno fa era abbonato e andava sempre allo stadio», conclude il figlio Pietro. –
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