Acqua San Benedetto vuole essere più digitale: «I dipendenti in Cigs»

Proposta aziendale di Cassa integrazione straordinaria

per 170 lavoratori: accordo con il sindacato entro Natale

Alessandro Ragazzo

Sul tavolo della San Benedetto di Scorzè c’è una richiesta di cassa integrazione straordinaria per il biennio 2023-2024. Si partirebbe dal prossimo Capodanno e non è figlia della crisi ma per una ristrutturazione interna, che porterebbe la fabbrica dell’acqua minerale a dotarsi di maggiori tecnologie ed essere più informatizzata.

I lavoratori interessati sarebbero 150 per lo stabilimento di Scorzè e 20 per quello di Paese (Treviso) e i numeri sono ancora al condizionale, perché fra le parti, ossia azienda e sindacati (Fai Cisl e Flai Cgil) non si è ancora arrivati a un accordo. Tra lunedì e martedì scorsi si sono state delle riunioni ma senza la firma, mentre un’altra ce ne sarà lunedì prossimo: insomma, si spera di chiudere per Natale. «Vogliamo che tutti i dipendenti siano salvaguardati» osserva il segretario della Fai Cisl di Venezia Pierpaolo Piva «ma siamo fiduciosi che si arrivi a un’intesa». E, infatti, i rappresentanti dei lavoratori chiedono che sia mantenuta la tutela economica e tutti i posti siano garantiti.

Al termine del biennio, si parla di una quarantina di esuberi che, però, dovrebbero essere ricollocati. In pratica, a Scorzè la cassa integrazione straordinaria andrebbe a toccare 85 lavoratori del settore impiegatizio e 65 di quello produttivo, di diverse branche aziendali, che vanno dall’amministrativo all’innovazione tecnologica, mentre a Paese gli interessati sarebbero 20.

Al momento, San Benedetto conta su poco meno di 1000 dipendenti nella fabbrica centrale di Scorzè e altri 120 in quella trevigiana. L’ammortizzatore sociale si svilupperebbe a rotazione e durante la stagione estiva, quella dove l’azienda lavora di più, il lavoro in fabbrica rimarrebbe regolare, mentre la cassa continuirebbe nelle altre aree. In questo momento, comunque, si sta parlando di dati ipotetici e, come fa presente ancora Piva, ci sono ancora delle cose da chiarire. «Non è che abbiamo molte certezze sugli eventuali esuberi» fa sapere il rappresentante della Fai Cisl «e dobbiamo pure chi capire chi e come sarà coinvolto».

Per ora San Benedetto non commenta ma è indubbio che i prossimi giorni saranno cruciali per riuscire a trovare un’intesa. Anche perché, da qui al 31 dicembre 2024, dovrebbero esserci pure delle uscite agevolate di chi è vicino alla pensione. «Non è mai bello parlare ci cassa integrazione» spiega la sindaca di Scorzè Nais Marcon «e credo che San Benedetto abbia dei motivi seri per aver deciso questo provvedimento. Confido che si trovi un accordo e l’azienda, in futuro, cercherà anche delle nuove figure professionali».

Riproduzione riservata © il Nord Est