Lavoro, l'autunno caldo delle aziende venete: 30 vertenze aperte, diecimila lavoratori coinvolti

VENEZIA. Sarà un autunno caldo per il lavoro veneto. Trenta tavoli e 10 mila occupati coinvolti. Tante sono le situazioni aperte e gestite dall’Unità di crisi aziendali della Regione Veneto, coordinata da Mattia Losego. Un unicum nel panorama nazionale, voluto nel 2012 dall’Assessore Elena Donazzan, che consente di monitorare e gestire a livello regionale le crisi aziendali (alcune di queste rientrano nel novero dei 150 tavoli di crisi nazionali del Mise).
Le situazioni in attesa di evoluzione o in monitoraggio sono state aperte in era pre-Covid, ma tra questi ci sono casi che hanno già avuto un epilogo positivo. Per esempio la vicenda Unilever: grazie all’accordo con Menz&Gasser ha evitato la dismissione dello stabilimento di Sanguinetto nel veronese.
Qui è stato dato il via al rilancio industriale del sito con un accordo di 8 anni per la fornitura di una serie di prodotti ulteriori. Anche se positivo resta comunque attivo il monitoraggio. Oppure c’è il caso Ecolab, che a luglio 2020 ha ceduto il sito produttivo, i macchinari e il marchio Esoform a un nuovo soggetto imprenditoriale che ha assorbito 15 lavoratori, con l’impegno ad attingere al bacino delle maestranze in cig.
Tra i casi invece più complessi c’è quello di Italia Wanbao ACC (di Borgo Valbelluna), circa 300 lavoratori, che sta avendo dei problemi di accesso al credito. Va ricordato che Acc gode, in quanto soggetto in amministrazione straordinaria, gode di finanza garantita (ex art 55 Dlgs 270/99). Il 25 agosto scade l’ultimatum della Regione per avere una risposta dagli istituti bancari.
C’è il tavolo di Ideal Standard (Borgo Valbelluna) almeno 400 lavoratori. La Regione sta monitorando da vicino la situazione, perché questo è l’ultimo sito industriale del gruppo multinazionale in Italia, dopo la chiusura di Rocca Secca, in Lazio.
Il 17 di luglio c’è stato l’ultimo tavolo e a settembre è atteso un aggiornamento. Nell’elenco figura Slim Fusina Rolling (ex ALCOA), controllata dal Fondo Quantum, a Porto Marghera, circa 300 lavoratori coinvolti. Il gruppo ha criticità finanziarie, c’è stato un confronto in Regione a inizio estate il prossimo, nella sede del Mise, è previsto il 3 settembre.ù
Agricola Berica di Monselice, 200 dipendenti, è invece una delle ultime aziende attive nell’allevamento dei polli autonoma rispetto ai grandi gruppi Aia e Amadori. L’azienda che ha chiesto l’accesso al concordato l’anno scorso ha ceduto lo stabilimento con l’incubatoio a Veronesi (quindi Aia) e il gruppo scaligero ha assunto l’impegno a contrattare l’acquisizione di una cinquantina di lavoratori del macello di Monselice (150 dipendenti).
Resta un macello con molte decine di lavoratori per cui il tavolo regional resta aperto per verificare le eventuali manifestazioni di interesse prima del termine della cig. Tra le crisi più “sensibili” c’è la storica Stefanel, circa 250 dipendenti di cui 80 presso la sede centrale di Ponte di Piave.
L’azienda in amministrazione straordinaria ha già presentato il bando e sta recependo le offerte del marchio e del compendio industriale. Le prime offerte vincolanti potrebbero arrivare per settembre. Sempre nel settore dell’abbigliamento c’è Tessitura Monti, in amministrazione straordinaria da circa un anno, l’azienda che è una delle poche camicerie di alto livello totalmente made in Italy , ha dato anche il via ad una riconversione industriale per la produzione di mascherine.
Sempre nell’area di Marghera c’è la 3V Sigma circa 50 lavoratori, l’ultimo incontro con la regione risale all’11 di agosto, dopo un picchetto dei lavoratori davanti all’azienda il 7 di agosto il dialogo sembra dunque ripreso. L’azienda chimica di Malcontenta ha subito uno stop anche a causa dell’incendio che ha coinvolto a metà maggio il nuovo stabilimento.
C’è poi la crisi di parte del retail e della gdo. Coinvolti Mercatone Uno, in amministrazione straordinaria, in Veneto quattro punti vendita in tutto 119 dipendenti. Poi c’è la vertenza Conad Auchan che interessa oltre un migliaio di dipendenti. E Tom Village di Santa Maria di Sala 170 lavoratori.ù
Il 3 di luglio l’azienda ha comunicato che redigerà un piano concordatario con cui rendere sostenibili le attività del centro commerciale e riuscire a tutelare il maggior numero possibile dei posti di lavoro. E infine in attesa di aggiornamento Acque Minerali d’Italia (Acqua Norda), Vicenza, con 50 lavoratori, la Socotherm di Adria con circa 80 dipendenti e laPiarottolegno, circa 90 lavoratori.
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