La sfida per il nucleare pulito dall’acciaio green alle grandi navi
La nuova partita per l’industria del Nord Est. L’accordo italo-francese Edf-Ansaldo Energia sui mini-reattori e l’alleanza tra Fincantieri e Newcleo

Il patto siglato tra la francese Edf, il suo braccio italiano Edison, Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare e Federacciai riapre il sipario sul nucleare anche a Nord Est. L’accordo italo-francese punta a impiegarlo con una tecnologia “pulita” nelle acciaierie italiane. Si parla di realizzare nel prossimo decennio in Italia piccoli reattori avvalendosi della tecnologia Smr del gruppo transalpino e delle capacità ingegneristiche e industriali delle due società pubbliche nazionali.
In Italia com’è noto il nucleare dopo il referendum del 1987 non è un’opzione ma la crisi del gas innescata dalla guerra in Ucraina sta accelerando ovunque la ricerca di fonti di energia alternative. L'emergenza climatica impone di accelerare la decarbonizzazione della produzione elettrica. E per questo si pensa al nucleare “pulito”. In Italia esistono realtà importanti del settore come Newcleo, Siet, la stessa Ansaldo e altre 70 imprese specializzate che sperimentano sui reattori di nuova generazione. Si parla di mini-centrali da 350-400 megawatt che potrebbero arrivare entro il 2033. L’idea è quella di utilizzare reattori più piccoli, sicuri, meno costosi in modo che sia impossibile rischiare incidenti come Chernobyl e Fukushima.
Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, ha sottolineato che l'accordo italo-francese «riveste un'importanza cruciale per l'industria siderurgica italiana e l'intera filiera produttiva». L'impegno degli acciaieri italiani è chiaro: «Intendiamo guidare la transizione verso un'industria siderurgica completamente sostenibile. Grazie a intese come questa, l'Italia può diventare, nel giro di pochi anni, la prima nazione al mondo a produrre acciaio completamente decarbonizzato. Il nucleare sarà una componente strategica e indispensabile per raggiungere questi ambiziosi obiettivi».
Concorrenza impari
Giacomo Mareschi Danieli, Ceo del Gruppo Danieli, ha ribadito al recente Danieli InnovAction Meeting, che «il nucleare, che è un'energia pulita, è imprescindibile per ottenere la vera decarbonizzazione. I mini impianti nucleari al servizio di acciaierie sono un'ottima idea: piccoli impianti modulari, molto sicuri, molto interessanti per costruire acciaierie in diverse parti del mondo». La stessa Confindustria friulana ha organizzato nel 2023 un dibattito con Enea per parlare di costi, tempi e fattibilità delle tecnologie nucleari di nuova generazione. Per gli industriali, coma ha sottolineato più volte Anna Mareschi Danieli, vicepresidente di Confindustria Udine e presidente di Confindustria Slovenia, il ritorno a un energia nucleare sicura e la graduale eliminazione del carbone entro il 2035 vanno di pari passo: «L’Europa ha il dovere morale e storico di essere leader nella transizione energetica. Non dimentichiamo che i nostri principali competitor continentali hanno vantaggi che noi non abbiamo: la Francia, col suo nucleare, garantisce agli industriali d’Oltralpe un costo energetico che è un terzo del nostro. Dobbiamo ragionare su un mix energetico sostenibile».
L’allievo di Rubbia
L’energia nucleare pulita può essere impiegata anche come combustibile per le grandi navi, come dimostra il progetto annunciato tempo fa a Londra da Fincantieri che ha stretto un accordo con Newcleo, startup anglo-italiana con base a Torino lanciata nel 2021 e oggi in rapida espansione. All’intesa partecipa anche Rina, società di certificazione e ingegneria del settore navale. Obiettivo: decarbonizzare l’industria navale. Primo passo sarà uno studio di fattibilità per sfruttare anche sul mare la tecnologia dei piccoli reattori modulari raffreddati a piombo (Smr) di Newcleo. Al centro del progetto del colosso cantieristico c’è appunto Newcleo, startup del fisico-imprenditore Stefano Buono, già braccio destro del Nobel goriziano Carlo Rubbia al Cern di Ginevra, che punta a cambiare i paradigmi dell’utilizzo dell’energia nucleare pulita e sul nucleare di quarta generazione. Dopo avere ottenuto il placet del presidente francese Emmanuel Macron, punta a costruire in Francia il primo mini-reattore nel 2031. Buono ha raccontato al Sole 24 Ore che sta lavorando ai progetti per le mini-centrali nelle sedi di Lione e Londra: «La nostra missione è generare energia sicura, pulita, economica e praticamente inesauribile per il mondo».
Fincantieri ha spiegato che l'impiego del reattore veloce targato Newcleo raffreddato al piombo (Lfr) comporterebbe l'installazione di un mini-reattore chiuso sulle navi, che funzionerebbe alla stregua di una piccola batteria nucleare in grado di produrre una potenza elettrica di 30 megawatt. Ciò richiederebbe rifornimenti sporadici (una volta ogni 10-15 anni), manutenzione limitata e la sostituzione del reattore a fine vita. «L’accordo ci permette di esplorare la possibilità di aggiungere una nuova e visionaria soluzione tra quelle a nostra disposizione per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione che l'industria si è posta» ha spiegato Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri.
anche Maersk in gioco
La fusione termonucleare in versione “pulita” può diventare una delle risorse che secondo vari analisti contribuirà significativamente alla lotta contro i cambiamenti climatici e alla decarbonizzazione. Uno dei vantaggi è che non produce CO2, uno dei gas serra responsabili del surriscaldamento globale. Siamo dunque di fronte a un’autentica sfida scientifica e ingegneristica alla quale guarda anche la compagnia danese Maersk, che ha sottoscritto un contratto per studiare lo sviluppo di una portacontainer a propulsione nucleare. Fincantieri guarda all’utilizzo dell’energia nucleare sulle navi anche come una risorsa che può salvaguardare l’ecosistema marino. L’industria navale trasporta oggi il 90% delle merci del mondo con un impatto ambientale che, secondo l’ultimo studio Imo sui gas serra (2020), produce poco meno del 3% delle emissioni totali di anidride carbonica. Dall’acciaio alle navi il ritorno al nucleare pulito è un capitolo che l’industria italiana vuole riaprire.—
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