Olimpiadi, caos sulla pista da bob di Cortina: il governo si prende 48 ore per decidere

Il ministro Abodi: «Tra le opzioni ci sono anche ipotesi estere, valuteremo con lucidità e freddezza». Ma il sindaco Lorenzi tira dritto: «Si può fare solo qui»

Giorgio Barbieri
Il rendering della pista da bob di Cortina
Il rendering della pista da bob di Cortina

Sulla pista da bob di Cortina ormai regna il caos. Da una parte il governo si prende altre 48 ore per decidere come procedere, dall’altra il Comune di Cortina che, a differenza della Provincia di Belluno, vuole a tutti i costi che sia realizzata la grande opera. In mezzo la Regione che, per bocca del presidente Luca Zaia, afferma che ci saranno ricadute economiche per il territorio pari a un miliardo e mezzo di euro. L’unica certezza al momento è che non c’è alcuna certezza, e restano ancora in piedi anche alternative come Innsbruck in Austria o Sankt Moritz in Svizzera.

Il nodo, più che economico, è nei tempi. All’inaugurazione delle Olimpiadi mancano 850 giorni circa e per realizzare la pista ne sono necessari circa 800. Il rischio di arrivare troppo sotto data è troppo alto pensano dalle parti di Palazzo Chigi dove si sta comunque cercando di capire se e come adeguare la gara per andare incontro alle imprese che si erano dimostrate interessate, Salini e Webuild.

«Abbiamo ancora 48 ore per decidere acquisendo tutte le informazioni e i dati necessari, anche se poi le decisioni tecniche verranno prese dall'associazione olimpica deputata a darlo, la SiMiCo», ha detto il ministro dello Sport, Andrea Abodi, «noi possiamo solo fare valutazioni politiche. Il nostro compito come paese è ovviamente rispettare l'impegno con il Comitato Olimpico e così faremo. Anche relativamente alla pista di bob, allo skeleton e allo slittino troveremo una soluzione idonea. Tra le opzioni in campo, è vero, ci sono anche ipotesi estere, valuteremo con lucidità e freddezza tenendo conto ovviamente di tutte le disponibilità che sono state presentate fino ad oggi». 

«Non esiste altro posto in Italia e all'estero, se non Cortina d'Ampezzo, che possa ospitare la pista da bob per le Olimpiadi 2026». Questa la posizione netta del Comune di Cortina guidato dal sindaco Gianluca Lorenzi. «Non si può trattare con estrema superficialità la storia sportiva e culturale, così fortemente radicata nel nostro territorio, come non si può pensare che i denari del governo italiano finiscano fuori dai confini nazionali», aggiunge Lorenzi, «quindi l'amministrazione è pronta a fare la sua parte. È evidente che lo stesso movimento sportivo non potrà mai crescere, se non ha un'infrastruttura adeguata nel territorio nazionale, e non esiste altro posto in Italia e all'estero, se non Cortina d'Ampezzo».

Sul tema è intervenuto anche il presidente Zaia. ««Il dossier che ci ha attribuito le Olimpiadi ha come elemento centrale la pista di bob», ha detto, «che ricordo è del 1908 ed è la più vecchia pista di bob al mondo, che rese Cortina famosa a livello internazionale nel 1956. Però le imprese disponibili per realizzare il bob sono pochissime, perché è un'opera di altissima tecnologia, quindi il governo valuterà se andare avanti con questa negoziazione privata oppure no. Staremo a vedere quali saranno le decisioni. Ciò non toglie che io non ho motivo di pensare che non si faccia». Zaia, a margine del Festival delle Regioni. ha poi aggiunto che «Bocconi, Sapienza, Cà Foscari dicono che avremo un incremento di un miliardo e mezzo di Pil, ci saranno tre miliardi e mezzo di cittadini del mondo che vedranno le nostre Olimpiadi. I Giochi olimpici trascinano in maniera virtuosa tutta una serie di opere che mai avremmo fatto. Il bob anche se ci chiedessero di farlo scomparire il giorno dopo, ci converrebbe sempre farlo».

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