Gara congelata della A22, Autobrennero sfida il Mit. Codacons sulle barricate
La società guidata da Diego Cattoni chiede la riattivazione immediata della procedura. I consumatori rinnovano l’istanza: «Netta contrarietà della Ue al project financing»

La partita della concessione A22 torna sotto pressione e il tempo sta per scadere. Autostrada del Brennero ha rotto il silenzio chiedendo formalmente al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la riattivazione immediata della procedura per l’affidamento della gestione della tratta Brennero-Modena, oggi congelata in attesa di una pronuncia della Corte di Giustizia Ue che non ha ancora una data.
Con una nota ufficiale protocollata il 7 novembre 2025, la società guidata da Diego Cattoni ricostruisce l’intero percorso amministrativo e giuridico, rivendicando la legittimità dell’iter e contestando implicitamente la sospensione disposta dal Mit il 27 giugno scorso, quando, a ridosso della scadenza del termine per le domande di partecipazione, il Ministero ha bloccato la gara fino al 30 novembre 2025, o comunque fino alla decisione della Corte europea.
Il nodo resta il diritto di prelazione riconosciuto al promotore della proposta di project financing, inserito nel bando e finito sotto la lente della Commissione europea. La Dg Grow, come noto, ha espresso «forti dubbi» sulla compatibilità della clausola con i principi di concorrenza e trasparenza, precisando però che si tratta di un parere non vincolante e che solo la Corte di Giustizia ha potere interpretativo definitivo. Un passaggio che Autostrada del Brennero utilizza nella sua missiva per rafforzare la propria posizione: la lettera della Commissione non costituirebbe un ostacolo giuridico formale e, soprattutto, non esisterebbe alcuna decisione europea che imponga lo stop.
La società sottolinea inoltre che non pende alcuna questione specifica sulla disciplina speciale della gara A22, che Autostrade per l’Italia ha rinunciato al proprio ricorso e che il Tar del Lazio non ha disposto misure cautelari sulla procedura. In assenza di udienza fissata dalla Corte Ue, sostiene dunque la società, diventa quindi concreto il rischio che entro la data del 30 novembre non intervenga alcuna pronuncia, mantenendo la gara in un limbo amministrativo senza un fondamento temporale certo.
Dietro la richiesta di ripresa della procedura c’è, secondo la concessionaria, un «superiore interesse pubblico» legato al potenziamento e all’ammodernamento dell’asse strategico europeo che collega il Nord Italia al cuore del continente, alle ricadute economiche sui territori attraversati e alla realizzazione degli investimenti previsti nel piano infrastrutturale. La sostanza è chiara: per Autobrennero, il blocco appare sproporzionato rispetto al quadro giuridico attuale.
Su questo scenario già denso di incertezze si innesta ora l’intervento del Codacons, che il 20 novembre 2025 ha notificato al Mit – e in copia alla Commissione Europea, all’Anac, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e alla Corte dei Conti – il rinnovo dell’istanza di annullamento in autotutela del Decreto n. 92 del 27 giugno 2025, con cui il Ministero ha sospeso la gara e disposto, di fatto, una nuova proroga a favore di Autostrada del Brennero.
L’associazione dei consumatori richiama integralmente la precedente istanza già inviata il 15 settembre 2025 e motiva il nuovo intervento con la mancata risposta del Mit e con la sopravvenuta lettera di messa in mora complementare, trasmessa dalla Commissione europea l’8 ottobre 2025 nell’ambito del procedimento di infrazione avviato nel 2019. Nel documento, Bruxelles esprime una netta contrarietà alla disciplina del project financing prevista dal Codice dei Contratti pubblici (D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36), ritenendola incompatibile con i principi europei di concorrenza e parità di trattamento. In particolare il diritto di prelazione viene giudicato idoneo a «produrre un significativo effetto disincentivante sulla partecipazione alla gara», riducendola di fatto a «un mero obbligo formale».
Secondo il Codacons, invece di correggere la procedura eliminando la clausola contestata, il Mit avrebbe scelto la strada della sospensione integrale e della proroga della gestione in capo all’attuale concessionaria, configurando un meccanismo che rischia di perpetuare una situazione di sostanziale continuità senza un reale confronto competitivo. La concessione dell’A22 resta quindi sospesa al Mit tra due spinte contrapposte. Sullo sfondo il faro dell’Europa.
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