Infrastrutture, Berton: «Un nuovo corridoio a nord contro il caos ai valichi»

«Va bene il Ponte sullo Stretto, ma vorrei vedere la stessa determinazione anche per la realizzazione di un collegamento a Nord. Siamo l’area più produttiva del Paese e da noi dipende buona parte del Pil nazionale». Ne è convinta Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, che rilancia il progetto del prolungamento dell’A27 proprio nei giorni in cui anche il Nordest finisce sotto pressione per il caos ai valichi alpini.
Perché aprire un nuovo collegamento tra il Veneto e l’Austria sarebbe un asset strategico per lo sviluppo del territorio e del Paese?
«Ogni anno passano per l’arco alpino italiano oltre 170 milioni di tonnellate di merci, il 60% di quanto il Paese importa ed esporta da e verso il resto d’Europa e non solo. Sono dati che ci raccontano come il nostro manifatturiero dipenda da infrastrutture efficienti e come le Alpi restino il corridoio principale del Paese. Uno sbocco a nord per la nostra regione – tra le più manifatturiere d’Italia ed Europa – sarebbe un valore aggiunto. Non solo. Consentirebbe di distribuire meglio i flussi in modo lungimirante e sostenibile.
La politica, nazionale e regionale, ha recentemente dimostrato attenzione verso questo progetto. Ritiene che questo governo permetterà di fare passi avanti?
«Mi auguro di sì. Le infrastrutture non sono un optional. Lo vediamo anche con il Ponte sullo Stretto: c’è finalmente la volontà di farlo. Vorrei vedere la stessa determinazione anche per un collegamento a Nord. Siamo l’area più produttiva del Paese, da noi dipende buona parte del Pil nazionale. Penso sia giunto il nostro turno. Le polemiche sul Brennero ci dicono che vanno costruite delle alternative. Oggi la tecnologia e la scienza dei materiali consentono un approccio completamente diverso».
Il ministro Salvini aveva assicurato che avrebbe portato il tema del nuovo sbocco a nord all’attenzione del governo.
«Confido nella sua azione e in quella del presidente Luca Zaia che ha posto la questione più volte. Lo sbocco a nord andrebbe a inserirsi in un disegno più ampio, quello delineato dalla stessa Regione con la Superstrada Pedemontana Veneta, ormai arrivata al suo completamento. La direttrice nord-sud è importante tanto quanto la direttrice est-ovest. In questo senso, valuto positivamente sia la Via del Mare che la nuova Romea Commerciale fino a Cesena. È chiaro che ci troveremo di fronte a un potenziamento effettivo della mobilità a Nordest».
Quanto accade in questi giorni dimostra che lo sbocco a nord è ormai diventato una questione nazionale ed europea. Ritiene giusta la promozione della procedura di infrazione contro l’Austria per le limitazioni imposte dal Tirolo sul Brennero?
«L’Europa deve intervenire e porre una questione di metodo. La libera circolazione delle merci è il principio fondante del nostro Continente e della nostra economia. Le limitazioni al Brennero non sono un danno solo per l’Italia ma per tutta l’Europa, questo deve essere chiaro».
Il prolungamento dell’A27 sarebbe anche stato utile in vista delle Olimpiadi. Ritiene che ci possa essere il rischio che i Giochi si trasformino in una grande occasione sprecata?
«Assolutamente no. Le Olimpiadi sono il mezzo per portare il nostro territorio lontano e proiettarlo almeno nel 2050: noi stessi vogliamo essere positivi e propositivi. Per intendersi, la spinta a dotare il territorio di infrastrutture adeguate non deve esaurirsi con i Giochi, siamo solo all’inizio».
Quale eredità può lasciare questo grande evento?
«La montagna è fatta di persone e imprese che vivono e lavorano: i grandi eventi sono un modo per creare opportunità per i giovani e le famiglie. Le Olimpiadi di Milano-Cortina dovranno servire proprio a questo. L’occasione sarebbe sprecata solo se non cogliessimo tutte le opportunità derivanti da questo evento, ma vedo entusiasmo e voglia di fare».
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