Wanbao Acc vince in Ue. Il tribunale annulla il via libera a Nidec

La sentenza cancella l’autorizzazione data al colosso della componentistica che ha sede a Pordenone, per l’acquisto della linea Delta da Secop
E.d.g.

La sentenza è un piccolo “terremoto” che si abbatte su un’operazione ormai lontana nel tempo, e arriva con notevole ritardo. E quali effetti concreti possa determinare, è cosa da valutare. In sostanza il tribunale Ue ha accolto, con sentenza emessa il 31 gennaio, il ricorso presentato da Wanbao Acc, a firma del commissario straordinario Maurizio Castro, nel quale si contestava il via libera della Commissione europea all’acquisizione da parte di Nidec della linea Delta di compressori per refrigerazione (con stabilimento in Austria, nell’ex sede di Acc) da Secop (società che Nidec aveva dovuto cedere, su richiesta della Ue, per poter rilevare Embraco, ndr).

Ora la sentenza annulla la decisione della Commissione Europea che aveva consentito a Nidec di procedere con quell’acquisizione. Il ricorso di Acc Wanbao verteva sul fatto che quell’operazione era distorsiva della concorrenza, riducendo la già scarsa presenza di competitors e rafforzando la posizione dominante di Nidec nel segmento dei compressori, di cui la bellunese Wanbao Acc era produttore.

Maurizio Castro
Maurizio Castro

«È singolare - rileva Castro - che nello stesso anno, il 2020, in cui la Commissione europea autorizzava Nidec a riacquistare la linea Delta, la stessa Commissione non abbia autorizzato l’aiuto di Stato richiesto dall’Italia, sotto forma di garanzia statale su finanziamenti bancari, a favore di Wanbao Acc in amministrazione straordinaria al fine di superare la crisi venutasi a creare con la precedente gestione cinese dello stabilimento di Mel».

Quella mancata autorizzazione aveva di fatto affossato la strategia di Wanbao Acc «finalizzata a garantire la sopravvivenza di un’impresa industriale fondamentale per la filiera dell’elettrodomestico e per il territorio» costringendo il commissario a modificare il programma e a cercare soluzioni di cessione dell’azienda anche al di fuori del settore. «C’è soddisfazione nel vedere ribaltata dal tribunale Ue la decisione della Commissione - è il commento di Maurizio Castro - ma è grande l’amarezza nel constatare come il mancato supporto al salvataggio dell’ultima fabbrica nazionale di compressori per refrigerazione e la riattivazione - ora qualificata illegittima - di una fabbrica austriaca a opera di una multinazionale asiatica abbiano condotto il cruciale settore dell’elettrodomestico a impoverire la sua filiera strategica italiana e a essere ancor più esposto alla drammatica fragilità delle catene di fornitura globalizzate. Mi auguro che questa vicenda sia di monito per le scelte che incombono su quanto resta del grande patrimonio industriale e sociale dell’elettrodomestico italiano, del quale lo storico sito Zanussi Elettromeccanica di Mel è stato orgogliosamente e incancellabilmente protagonista per decenni.

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