«Troppe criticità nella gestione», tutte le accuse di Renzo Rosso a Masi

L’assemblea dei soci approva i conti. Dura lettera dell’imprenditore vicentino. Boscaini e Girotto: «Affermazioni gravemente lesive per società e dipendenti»

Giorgio Barbieri

Ricorso sproporzionato all’indebitamento finanziario, mancanza di informativa per quanto riguarda le perdite sui cambi, richiesta di chiarimenti sulle operazioni con parti correlate, compensi agli amministratori in eccesso rispetto a quanto deliberato. Per concludere che «la governance di Masi presenta significative criticità». Sono solo alcuni dei passaggi della lettera inviata dall’azionista Red Circle Investments, holding appartenente a Renzo Rosso, in vista dell’assemblea di Masi Agricola che si è tenuta ieri, che ha approvato il bilancio e deliberato la distribuzione di un dividendo, al lordo delle ritenute di legge applicabili, pari a 0,06 euro per azione, per 1.9 milioni di euro (circa il 49% dell’utile netto di esercizio).

La lettera è solamente l’ultimo capitolo di una polemica che va avanti ormai da settimane e che ha visto prima l’uscita dal cda di Renzo Rosso all’inizio di marzo (sostituito poi nel board dalla moglie Arianna Roberta Alessi, che è vice-presidente della Fondazione Otb e ceo di Red Circle Investments) e successivamente le dimissioni di Cristiano Agogliati, presidente del collegio sindacale della società famosa in tutto il mondo per il suo Amarone.

E ora, in vista dell’assemblea, Red Circle Investments, che detiene il 10% della società, ha messo nero su bianco le sue contestazioni. A partire proprio dalle dimissioni di Agogliati per poi toccare il tema dell’indebitamento. «Si richiede di chiarire», è scritto nella lettera, «quali siano le ragioni per le quali la società fa ricorso all’indebitamento finanziario in maniera manifestamente sproporzionata rispetto al fabbisogno finanziario del gruppo».

«La struttura dell’indebitamento», rispondono il presidente Sandro Boscaini e l’Ad Federico Girotto, «si presenta adeguata a supportare il normale ciclo di business della società e del gruppo e il relativo piano degli investimenti che include due progetti strategici». Si tratta dei cantieri di Monteleone21 a Gargagnago e l’ampliamento della sede storica Cantina Boscaini Valgatara, i cui cronoprogrammi hanno registrato ritardi superiori all’anno.

Altra contestazione mossa dalla holding di Rosso riguarda i compensi del consiglio di amministrazione. «Nel bilancio di esercizio al 31 dicembre 2022 vengono riportati compensi amministratori per 1.352.959 milioni di euro», si legge nella missiva, «che risultano eccedenti rispetto all’importo deliberato dall’assemblea degli azionisti del 23 aprile 2021». «L’importo è sostanzialmente in linea con quanto riportato nel bilancio dell’esercizio precedente», rispondono presidente e Ad, «e tiene conto dei contributi previdenziali, dei rimborsi spese per trasferimenti e dei compensi variabili approvati dal cda in favore degli amministratori».

E infine la governance. «Presenta significative criticità», è scritto, «si chiede cosa stia succedendo in società e quali siano (se esistono) le iniziative che verranno adottate nei prossimi mesi per migliorare». La risposta di Masi, lapidaria, si rifà a quanto già sostenuto dopo le dimissioni di Rosso che avrebbe formulato «dichiarazioni gravemente lesive per la società, i suoi organi sociali e dipendenti. Dichiarazioni che vengono respinte fermamente», concludono, Boscaini e Girotto.

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