Trend Group: «Il reshoring? Per noi è stata una scelta vincente»
Parla Giuseppe Fano, presidente della Spa che ha riportato in Italia la produzione. «La pandemia prima e il conflitto ora mettono in discussione la globalizzazione. Il nostro modello? Produzioni geo-localizzate». E investimenti in competenze e reti d’impresa

PORDENONE. Un progetto di reshoring che procede con 5 linee produttive installate a Vivaro con l’obiettivo di arrivare a 7. È quello di Trend Group, headquarter a Vicenza e controllate negli Usa, Australia, India e Russia, con unità produttiva nel Friuli occidentale, a Vivaro per l’appunto, una cinquantina i dipendenti, dove da qualche anno l’azienda sta riversando investimenti in un centro di produzione, e di competenze, che punta a diventare un modello. In Trend convivono artigianalità, perché parliamo di mosaico che è una delle tradizioni antiche del pordenonese, e innovazione «perché le nuove linee - spiega il presidente Fano - sono 5.0».
Se parliamo di produzione di mosaico, quindi vetro, l’associazione con uno dei temi “caldi” del momento, la questione energia e relativi costi, è immediata. È un problema? «Non mi unisco al coro dei lamenti sul caro-prezzi - risponde Giuseppe Fano -: è una realtà con cui dobbiamo fare i conti. C’è la volontà politica di calmierare i prezzi che ovviamente pesano sul nostro settore che è energivoro, e quindi gravano sul conto economico. È un fenomeno che si somma ad un altro, quello delle materie prime, che pone il tema della geo-localizzazione delle attività produttive accentuato oggi anche dall’evento bellico. Diciamo - è la considerazione - che la globalizzazione in questi ultimi anni è stata colpita da fenomeni non controllabili che impongono di essere duttili, flessibili e resilienti».

Incombe ora anche il fenomeno inflazione, in Usa già molto evidente. «Mettendo insieme tutti gli elementi, energia, materie prime, componenti, logistica... beh lo scoramento è intuibile». Ma la risposta qual è? «La via che abbiamo scelto è quella dell’approvvigionamento di materia prima in loco - spiega Fano - e cercare di fare rete sul territorio». In sostanza il “tutto e subito quando mi serve” lascia il posto a strategie diverse e meno globali. «È necessario evitare - prosegue Fano - che un intero settore si fermi, come accade alla ceramica di Sassuolo, perché manca materia prima dall’Ucraina».
Il sistema a rete, e filiere locali, è qualcosa che a Nordest era ben radicato, basta pensare ai distretti. Poi però questo sistema è stato smantellato in nome del low cost. «Il valore aggiunto della globalizzazione ha portato a insediare capacità produttiva nei Paesi a basso costo, da alcuni anni però - rileva il fenomeno il presidente di Trend - secondo noi è necessario perseguire il valore aggiunto per il cliente, e questo comporta scelte diverse, come le produzioni geo-localizzate che abbiamo scelto di perseguire». Ed ecco che negli Usa Trend produce agglomerati, produce il vetro necessario ai mosaici, e graniglia. Con una naturale vocazione sostenibile, «visto che il mosaico ha 4 mila anni di storia, è eterno e si ricicla. E noi utilizziamo anche il vetro riciclato».

Non bastassero le difficoltà di mercato, la direttiva Ue Reach, dopo aver già messo al bando alcune sostanze e materie prime ritenute pericolose, ne ha sotto esame anche altre, dal piombo al cadmio, dal nichel all’antimonio, necessari per garantire alcune colorazioni del mosaico. «Si tratta di alcuni additivi indispensabili potenzialmente pericolosi che, una volta inglobati, non hanno alcuna possibilità di essere rilasciati. Non credo che questa normativa avrà un impatto diretto sulle nostre produzioni», è l’opinione di Fano che ha il ragionevole auspicio di riuscire a spiegare alla Ue la specificità della lavorazione dei mosaici.
Trend Group ha chiuso il 2020 «con grandi soddisfazioni e il ’21 è stato un altro anno di crescita con fatturato e redditività quasi raddoppiati, nonostante i lockdown per contrastare il Covid abbiano impattato sulle nostre attività in tutto il mondo. In Australia, ad esempio - racconta Fano - abbiamo sofferto per quasi 9 mesi consecutivi. Ma proprio la nostra presenza mondiale ci facilita perché ci consente di essere resilienti». Oltre alla presenza consolidata negli Usa, uno stabilimento in India. base produttiva e commerciale in Australia, una società in Inghilterra, ora Trend Group punta alla Cina, con un prossimo insediamento a Shanghai. Ferma invece la controllata a Mosca «dove eravamo impegnati in un revamping che abbiamo stoppato».

Lunghissimo l’elenco delle opere “firmate” Trend: dal centro culturale islamico in Uzbekistan alla cattedrale ortodossa a Bucarest, in Romania, dal Museo del Cinema di Los Angeles al Louvre, dalla moschea in Kazakistan e persino... nei foulard di Dolce&Gabbana o, meglio, i foulard sono stati replicati in mosaico su speciali pannelli in occasione del Festival del cinema di Venezia.
Obiettivi per il ’22? «Ambiziosi - risponde il presidente - perché vogliamo consolidare lo sviluppo. Poi una delle nostre difficoltà è quella di creare capacità produttiva di indotto di competenze e quindi abbiamo deciso di investire in formazione e nel recupero della cultura musiva. Per questo avvieremo delle attività di master in azienda e pensiamo ad una Academy interna». E, infine, Fano ritorna sul tema della “filiera”: «Abbiamo in Italia un vantaggio di competenze diffuse che andrebbe valorizzato. Nel 2019 abbiamo avviato lo spostamento dell’attività produttiva a Vivaro proprio per le competenze che il territorio possiede sul vetro, sul mosaico e sui manufatti. Credo sia un percorso che dovrebbe essere assunto a guida per lo sviluppo di politiche industriali. Le Pmi sono gelose del proprio saper fare, quindi la rete potrebbe essere lo strumento che valorizza le competenze e le capacità dei singoli. Resto convinto - conclude il presidente - che il modello vincente, non solo per noi ma per il nostro Paese, passi attraverso la valorizzazione dei distretti attraverso politiche di sviluppo industriale che avrebbero il merito di recuperare produzione in Italia facendo crescere il Pil».
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