Top 100, la tappa di Udine: imprese alla conquista dei mercati

Crescere dimensionalmente, aprirsi a nuovi mercati, investire sul capitale umano. Ecco come le Top 100 stanno affrontando il momento d’incertezza che si respira a livello globale. E non da oggi, ma (almeno) dal 2020 in avanti
Maura Delle Case

Crescere dimensionalmente, aprirsi a nuovi mercati, investire sul capitale umano. Ecco come le Top 100 stanno affrontando il momento d’incertezza che si respira a livello globale. E non da oggi, ma (almeno) dal 2020 in avanti.

A colpi di esplosioni. Prima il Covid, poi la guerra in Ucraina, poi in Medio Oriente, senza contare gli effetti dell’inflazione, dei costi al rialzo di materie prime ed energia, della lievitazione dei tassi. Uno scenario zeppo dunque d’incognite che non sembra però aver intimorito le aziende nordestine come emerge dal racconto dei tre protagonisti del panel condotto ieri dal vicedirettore di Nem, Luca Piana, che ha pungolato sul tema Cristina Scocchia, Ad di illycaffé, Alberto Zanata, Ceo di Electrolux Professional, e Marica Campilongo, responsabile large corporate Italia di Unicredit.

Arrivata in illycaffé a gennaio 2022, Scocchia ha vissuto un battesimo di fuoco, «con il prezzo del caffè raddoppiato nell’arco di pochi mesi. A novembre 2021 una libbra costava 110 cents, a marzo dell’anno successivo 234. Il problema – ha evidenziato l’Ad – è che da allora il prezzo è rimasto sempre molto alto. Stamattina la libbra era a 250 cents». Un bel grattacapo considerato che il prezzo del caffè verde è quello che incide di più sui costi di produzione. «Abbiamo avuto un aumento del 20%, per circa 46 milioni, che illycaffè ha deciso di assorbire in gran parte».

Nell’era Scocchia l’azienda di Trieste ha puntato con convinzione sui mercati esteri, in particolare sugli Stati Uniti e ora anche sulla Cina. Due mercati molto diversi. «In Usa puntiamo a raddoppiare il fatturato entro il 2027, passando da 100 a 200 milioni, in Cina il mercato è piccolo (nel senso che i cinesi sono ancora affezionati al thè), ma ha un grande potenziale. E il consumatore va educato». Socchia ha concluso confermando, a dispetto dell’incertezza, il sogno quotazione in Borsa: «È sicuramente possibile e io ci voglio credere con tutta me stessa».

Tanto estero anche per Electrolux Professional, l’azienda pordenonese che dal 2020 si è “emancipata” dal gruppo Electrolux e che negli ultimi due anni ha macinato due acquisizioni rispettivamente negli Stati Uniti e in Giappone. Operazioni m&a che «hanno spostato il nostro baricentro – ha spiegato ieri Alberto Zanata, Ceo di Electrolux Professional –. Prima il nostro fatturato veniva generato all’85% in Europa, oggi il vecchio continente pesa circa il 50% e il restante 50% è diviso tra Usa e Asia». All’ampliamento dei mercati si è affiancato quello dei segmenti.

Ancora Zanata: «Il nostro obiettivo è coprire tutto il fronte dell’horeca e dell’ospitalità. Abbiamo aggiunto alle cucine e alle lavanderie anche il beverage». Il tutto con il sito di Pordenone che resta saldamente il cuore dell’azienda. «Sia per la produzione che per la ricerca e sviluppo» ha garantito il Ceo.

In comune le grandi imprese italiane hanno la voglia di crescere. Parola di Marica Campilongo, responsabile large corporate Italia di Unicredit, che lo dice dall’alto dei rapporti con 500 grandi aziende del Belpaese. «Credo di non conoscere imprese che hanno pensato di restare della stessa dimensione e non approcciare un percorso di crescita - ha detto ieri -. E’ un obiettivo importante. Ormai da tempo ci rendiamo conto che restare uguali a se stessi non premia. Parlo spesso con imprenditori e il desiderio di crescere è una priorità». A maggior ragione in un contesto d’incertezza.

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