Sirmax nuovo stabilimento Usa «Investiremo 200 milioni»

Il presidente Massimo Pavin: «Una terza unità negli Stati Uniti. Pronti a triplicare la capacità produttiva per servire anche il Messico»

Riccardo Sandre

Sirmax, incassa, il premio Racer’s Edge Award 2022, per aver riqualificato un’area ex General Motors nello stato dell’Indiana negli Usa e si prepara ad un piano di sviluppo del proprio complesso industriale in loco di respiro decennale per un investimento complessivo stimato intorno ai 200 milioni di euro. La multinazionale padovana dei compound plastici per il settore automotive, per l’elettronica e l’Ict di consumo, si era stabilità ancora nel 2015 negli Stati Uniti seguendo una strategia di sviluppo multi-prodotto e multi-paese, che la spinge a istallare i propri stabilimenti produttivi nel mondo a fianco dei propri principali clienti globali. Con questo spirito Sirmax aveva costruito il primo impianto produttivo negli Stati Uniti nel 2015.

Al primo stabilimento, nel 2020 ne è seguito un secondo ed ora ragiona della realizzazione, già entro il 2025 di un terzo. Tra il primo stabilimento destinato alla produzione di compound da plastica vergine e il secondo, che produce invece materiale plastico da materia prima riciclata, l’investimento di Srimax negli Usa era stato di una sessantina di milioni. Entro il 2025, con la realizzazione del terzo stabilimento l’azienda padovana punta invece alla copertura di una terza area di prodotto questa volta destinato ai tecnopolimeri più sofisticati. «Attualmente esportiamo negli usa dall’Europa qualche migliaio di tonnellate di tecnopolimeri prodotti nei nostri stabilimenti e destinati all’industria statunitense» spiega Massimo Pavin, presidente di Sirmax.

«Quando raggiungeremo le 4-5 mila tonnellate annue allora inizierà ad avere un senso economico la costruzione uno stabilimento dedicato per una superficie di circa 12 mila metri quadri. Credo che già per il 2025 saremo pronti per questo progetto e per una nuova fase di sviluppo degli altri due siti portando il totale della superficie produttiva del primo da 13.000 a quasi 37.000 metri quadri; e del secondo dagli attuali 11.000 metri quadri a 27.000.

Si tratta comunque di un progetto decennale che offre la potenzialità di triplicare la capacità produttiva attuale e che complessivamente potrebbe avere un costo intorno ai 200 milioni di euro. In indiana vogliamo sviluppare un unico grande plant in grado di servire tutto il mercato Statunitense e quello Messicano».

Quando si sono affacciati al mercato statunitense con l’idea di realizzare un sito produttivo in loco, dice Pavin « siamo rimasti entusiasti del progetto che lo stato dell'Indiana e la città di Anderson avevano messo in piedi per riqualificare quelle vaste aree, nei pressi di Indianapolis che erano state, fin dal 1927, sede di alcuni dei principali stabilimenti di General Motors.

Abbiamo ricevuto 3 milioni di dollari a fondo perduto per il primo stabilimento e 1,5 milioni per il secondo e tutte le agevolazioni possibili, compresa la realizzazione di uno snodo ferroviario che serve il nostro plant e che permette ai nostri prodotti di percorre buona parte degli Usa (da Huston a Cicago) a costi competitivi».

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