Safilo, due cavalieri bianchi per Longarone in campo c’è anche l’imprenditore Fulchir

I cavalieri bianchi per Longarone sarebbero due. Uno per ciascuna delle due unità produttive della piattaforma bellunese di Safilo. Ad annunciarlo è stata la stessa Safilo che ha comunicato che sulla cessione dello stabilimento ci sarebbe, oltre a quella con Thelios, una trattativa avanzata con l’imprenditore Carlo Fulchir (i suoi figli Eva, Stefano e Federico Fulchir con I-Vision Tech hanno re-industrializzato il sito di Martignacco proprio di Safilo).
Questo intervento con la potenziale operazione di Thelios Spa già comunicata, scrive l’azienda, «consentirebbe la conservazione del know how del sito e la totale ricollocazione degli attuali 458 lavoratori».
Nello specifico l’operazione sarà così configurata. L’imprenditore Carlo Fulchir intende acquistare, attraverso la società Innovatek, lo stabilimento Safilo detto “Longarone 2” congiuntamente all’assorbimento di 208 maestranze. Thelios invece prendere “Longarone 1”, specializzata nella lavorazione dei metalli dove è presente anche la galvanica, e circa 250 operai. Con questo intervento combinato non verrebbe perso nessun posto di lavoro.
Fulchir e i suoi manager, contando su oltre trent’anni di esperienza in contesti di re-industrializzazione e special situation, recita una nota «intraprendono quest’ulteriore progetto industriale teso alla valorizzazione del territorio e delle proprie professionalità, conservando il know how e mantenendo tutte le maestranze coinvolte lungo lo sviluppo del piano industriale dell’iniziativa».
Va ricordato, come detto, che i tre figli dell’imprenditore friulano sono stati artefici del rilancio industriale del sito di Martignacco, uscito dal perimetro industriale di Safilo a seguito della prima razionalizzazione dei costi imposta dalla perdite delle licenze dei marchi francesi. Anche se in questo caso l’operazione “Longarone 2” è diversa, lo stabilimento è dedicato al finissaggio degli occhiali per conto terzi e la società che gestirà il rilancio industriale è un’altra. E in questo caso Carlo Fulchir si sta impegnando in prima persona.
L’altro pezzo dell’operazione riguarda invece Thelios che come noto da tempo stava cercando una soluzione per ampliare la capacità produttiva. In quanto la manifattura di Longarone inaugurata nel 2018 è satura. La divisione eyewear del gigante del lusso Lvmh vedrà la partenza di Bulgari come ulteriore maison in portafoglio, dopo la fine dell’accordo di licenza con Luxottica, che scade proprio a fine 2023 e non sarà rinnovato.
Thélios in questi anni è cresciuta moltissimo ed è in forte fase di sviluppo, con ritmi di incremento più veloci del mercato e punta a consolidare la propria leadership nell’eyewear industry di lusso made in Italy.
Il piano industriale di Thélios prevedeva la realizzazione di un nuovo impianto per la lavorazione del metallo per la produzione di occhiali da sole e da vista per le Maison del Gruppo LVMH. Con la previsione di assumere nuovi personale, l’opzione “Longarone 2” è parsa la soluzione migliore, anche se comporterebbe un impegno in termini di assunzione di lavoratori superiore rispetto ai piani iniziali. Thélios, attualmente, impiega a Longarone quasi 900 persone, ne ha assunte circa 500 nel 2022.
Ora che le carte sono sul tavolo però Safilo, garantendo l’impatto zero occupazionale dall’addio al sito di Longarone, «auspica che, grazie al consueto pieno coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni, l’intero processo possa arrivare a una rapida definizione».
A sei mesi dall’annuncio di Safilo sull’intenzione di lasciare Longarone, un sito non più strategico dopo il profondo cambiamento di modello di business realizzato negli ultimi anni sotto la gestione dell’ad Angelo Trocchia, il tempo ora davvero stringe. Le società che si stanno facendo avanti garantiranno che nessun posto di lavoro venga perso. E la soluzione che Trocchia è riuscito a costruire con gli imprenditori in campo deve arrivare ad una definizione.
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