Sotto al red carpet del Festival di Cannes il nastro biadesivo della goriziana Bo.Ma

L’azienda di Villesse ha chiuso il 2024 con 14 milioni di fatturato. Esporta l’80% della produzione in 41 Paesi

Giorgia Pacino

 

C’è anche un po’ di Gorizia sul red carpet del Festival di Cannes. O, meglio, sotto. A tenere ben saldo al suolo il tappeto rosso, percorso nei giorni scorsi dalle star del cinema arrivate sulla Croisette, è la tecnologia di Bo.Ma, azienda di Villesse specializzata in nastri biadesivi.

Quello francese è un mercato caro all’azienda, già parte della multinazionale statunitense 3M Group e tornata italiana nel 2008, quando fu rilevata dagli attuali quattro soci. Il boom è arrivato con i Giochi Olimpici di Parigi, ma prosegue con fiere ed eventi per tutto il mercato carpet.

Con 14 milioni di fatturato e 2,5 milioni di Ebitda nel 2024, i nastri biadesivi di Bo.Ma servono i settori più disparati: dall’automotive alla pelletteria, dagli imballaggi in cartone agli isolanti per l’edilizia. «Esportiamo circa l’80% della produzione in 41 Paesi nel mondo. Siamo molto presenti in Gran Bretagna e Francia e lavoravamo bene con la Russia. Con l’introduzione del limite sui codici doganali verso la Russia e in considerazione della situazione di incertezza sugli Stati Uniti con i dazi, ci stiamo rivolgendo al Nord Africa, al Medio Oriente e ai Paesi del Golfo», spiega l’amministratore delegato Germano Cancian.

L’interesse negli ultimi anni è cresciuto soprattutto in Tunisia, Marocco e Algeria, dove si sono spostati i grandi gruppi, soprattutto francesi, dell’auto e della componentistica. L’automotive resta infatti uno dei settori in cui i nastri biadesivi sono più richiesti: in ogni vettura ci sono in media 6 metri quadrati di biadesivo. «Anche di più se consideriamo pure le etichette», precisa Cancian. «Basti pensare solo alla moquette: il nastro biadesivo è perfetto per le automobili perché, a differenza delle viti, con le vibrazioni non fa rumore».

Sempre più utilizzato anche nella moda – tra gli utilizzatori finali dei prodotti di Bo.Ma anche alcuni marchi del lusso, che si affidano ai terzisti per la produzione di borse e scarpe – il nastro biadesivo è ricercatissimo nel mondo delle fiere, nei carpet e nella costruzione degli stand. «Il Golfo è un’area in cui si organizzano molti eventi e sta diventando per noi un mercato interessante», prosegue Cancian.

In termini di volumi vanno molto bene anche i nastri biadesivi per gli imballaggi in cartone, che hanno ormai soppiantato quelli in plastica nei pacchi consegnati dai grandi colossi dell’e-commerce. Applicazioni semplici, ma che garantiscono alti numeri. Più complessa invece la tecnologia che sta dietro alle membrane flame retardant prodotte da Bo.Ma soprattutto per il mercato inglese e utilizzate nel settore edile per l’isolamento degli edifici, in linea con le nuove normative adottate dopo l’incendio della Grenfell Tower di Londra.

Nata nel 1977, l’azienda dà lavoro a una sessantina di dipendenti e continua a investire in tecnologia. È di due anni fa l’ultimo investimento da 11 milioni di euro per l’acquisto di un impianto produttivo da 70 metri che consente minori consumi ed emissioni più basse di fumi all’esterno. «Siamo obbligati a fare investimenti: siamo un’azienda piccolina e come vantaggio competitivo dobbiamo portare tecnologie nuove», spiega l’ad.

L’azienda sta completando l’installazione di due impianti fotovoltaici e ha già in cantiere un investimento da 4 milioni di euro per un nuovo macchinario, in programma tra il 2026 e il 2027. «Ci farà risparmiare in termini di consumo di energia elettrica. La nostra è una produzione energivora e gasivora: dobbiamo andare verso l’innovazione, il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale».

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