Per Lattebusche semestre record: il fatturato supera gli 82 milioni
Ricavi in crescita del 12,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Grana Padano e gelato spingono le vendite. «La montagna tiene bene e vale oltre un terzo della produzione»

Corre Lattebusche anche nel primo semestre di quest'anno, con il fatturato che supera gli 82 milioni di euro (+12,8% sullo stesso periodo 2024). È uno dei dati più significativi che il direttore generale Antonio Francesco Bortoli ha illustrato nelle due assemblee di zona che si sono tenute a Quinto Vicentino giovedì e ieri alla Birreria Pedavena di Feltre.
«Abbiamo vissuto un semestre molto positivo» ha spiegato ai soci Bortoli «in ambito generale. La produzione di latte a livello mondiale, europeo e italiano non è in eccesso e questo consente di tenere alto il valore alla stalla. Inoltre c'è stata una richiesta importante, in vari paesi, di proteine e di grassi, ampiamente contenuti nel latte. Ma la cosa veramente importante è che non c'è stato nessun surplus nella produzione, come si era verificato in anni precedenti».
Le due assemblee hanno riunito da un lato i soci della pianura, dall'altro quelli delle terre alte. «Anche la montagna ha tenuto molto bene» prosegue Bortoli «e per noi conta un terzo abbondante della produzione, che si è attestata sui 773 mila ettolitri, come nei primi sei mesi del 2024».
Sui risultati, hanno avuto un grande rilievo sia i prodotti industriali, come crema, siero e latte crudo, che i prodotti finiti, a partire dal Grana Padano, che ha raggiunto quotazioni mai viste prima, dall'Asiago e dal Penna Nera, che dal primo gennaio scorso è diventato a denominazione di origine protetta (dop).
Una crescita importante ha segnato anche il gelato (+24%), prodotto nello stabilimento di Chioggia, e in positivo tutti i canali di vendita, dalla rete a Caseifici Gran Terre, società nata dall'unione di Agriform e Parmareggio, operazione che ha “sposato” le due griffe Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Oggi Lattebusche, guidata dal presidente Modesto De Cet, vuol dire 290 soci produttori di 7 province (Belluno, Vicenza, Padova, Venezia, Treviso, Trento e Udine); 6 stabilimenti di produzione a Busche e Padola (Bl), Chioggia (Ve), Sandrigo (Vi), Camazzole e San Pietro in Gù (Pd); 300 dipendenti e 40 agenti. In forte sviluppo anche la rete dei Bar Bianco (+9%), nove punti vendita con 70 addetti: negozi, ma anche piccole piazze dove, come in un mercato, proporre i nuovi prodotti e sondare il gradimento della clientela.
I tre storici punti vendita, a Busche, Sandrigo e Rovolon sono andati oltre il +11%; mentre il decimo aprirà a settembre a Longarone in una posizione strategica, poco fuori dall'uscita autostradale, così da intercettare il traffico da e verso le Dolomiti, in naturale aumento con l'avvicinarsi delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali Milano-Cortina in programma a febbraio 2026.
«È evidente» prosegue Bortoli «che in questo andamento molto favorevole della nostra cooperativa giocano un ruolo importante le quotazioni del Grana Padano che si sono attestate su valori mai visti prima». Tutto anche in attesa di capire gli effetti dei dazi americani. «Stiamo a vedere, perché ad oggi di certezze non ce sono, ancora non c'è un'interpretazione univoca. Dal versante italiano, molto autorevole, ci dicono che i nuovi dazi non saranno aggiuntivi a quelli che già ora paghiamo, ovvero un 15%; mentre la fonte americana di cui ci avvaliamo sostiene che andranno a sommarsi agli attuali». Grande soddisfazione infine anche da parte del presidente Modesto De Cet, «anzitutto per la massiccia partecipazione dei nostri soci a queste due riunioni e poi per i risultati che abbiamo potuto presentare».
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