Peghin: «Più sanità che attività industriali. E puntiamo a crescere»

La sanità privata calamita molta attenzione da parte di grandi gruppi, ma il Policlinico resiste. «I fondatori - ricorda Peghin - furono medici e imprenditori dell’epoca e di quel gruppo resta la presenza all’interno della compagine sociale che conta oltre 120 soci»
Elena Del Giudice

Sessant’anni e sentirli tutti, in termini di esperienza, crescita, capacità di innovare. Al “compleanno” dei sei decenni è arrivato il Policlinico Città di Udine, nato nel 1964, che oggi è un gruppo, oltre che una struttura sanitaria privata accreditata, da 320 dipendenti, oltre 550 collaboratori tra medici, infermieri, Oss, fisioterapisti, tecnici, ed è il primo operatore privato del settore in Friuli Venezia Giulia. «Ed espressione del territorio», è la sottolineatura di Francesco Peghin, presidente del gruppo, imprenditore, nato a Udine e cresciuto in Veneto, che di Mario Agosto, uno dei fondatori del Città di Udine, è il nipote.

La sanità privata calamita molta attenzione da parte di grandi gruppi, ma il Policlinico resiste. «I fondatori - ricorda Peghin - furono medici e imprenditori dell’epoca e di quel gruppo resta la presenza all’interno della compagine sociale che conta oltre 120 soci». E un azionista di riferimento, Cdc holding, che detiene circa il 51% delle quote. Condivide Peghin, presidente del gruppo Gemap di Padova che con la Blowtherm di Campsampiero è leader mondiale nella produzione e vendita di cabine forno di verniciatura per autoveicoli, il valore dell’investimento nella sanità privata, «una scelta compiuta nel 2009 quando, insieme ad altri soci abbiamo rilevato la quota di controllo del Città di Udine, un’attività che oggi genera la parte maggiore del fatturato, con una stima di 57 milioni nel 2023, contro i 43 milioni delle attività industriali. Ma non è stata solo una decisione economica, è forte il legame con il territorio e con questa struttura che mio nonno ha contribuito a far nascere».

In sessant’anni il Policlinico Città di Udine è passato da struttura sanitaria a gruppo «grazie a investimenti e acquisizioni - ricorda Peghin -. Ne fanno parte il Centro Medico Esperia di Porcia, Olomed a Manzano, lo studio radiologico 3 Diagnostic a Udine e la clinica privata MyMed a Fagagna, e abbiamo un laboratorio di analisi, Lab for life, con un centro prelievi a Udine e due a Trieste».

E il piano di crescita non si è esaurito. «Ci stiamo guardando attorno - conferma - per valutare possibili nuove acquisizioni di strutture sinergiche e compatibili con la nostra dimensione». Nell’attesa c’è un investimento di una ventina di milioni di euro per un significativo ampliamento della struttura storica di Viale Venezia a Udine. Negli ultimi anni gli investimenti si sono concentrati molto su macchinari e attrezzature per la diagnostica all’avanguardia. «Del resto - considera - se l’ambizione è essere competitivi ed evitare di diventare “prede”, non c’è alternativa».

Non è sempre benevolo lo sguardo rivolto alla sanità privata. «Vero, ma credo che non ci si renda conto dell’importanza del servizio che il privato offre ai cittadini, sia quando agisce per conto del sistema pubblico, sia quando mette a disposizione professionisti eccellenti in grado di dare risposte ai bisogni di salute delle persone - risponde Peghin -. Non dimenticherei poi che il peso del privato in Fvg è molto contenuto». E la soluzione dei problemi, anche in sanità, «sta nella capacità di collaborare, che un modo efficace per superare le difficoltà».—

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