Pasta Barilla corre sul treno: via 6mila camion dalle strade

La svolta intermodale del gruppo dalla Germania all’Italia:

intesa con Gts per trasportare 110mila tonnellate di prodotti

Piercarlo Fiumanò

TRIESTE. La pasta Barilla corre sul treno. Il gruppo ha lanciato un piano per il trasporto delle materie prime su rotaia invece ch su gomma per trasportare 110 mila tonnellate all’anno di pasta, sughi e prodotti da forno: «Ciò significa-chiarisce il gruppo- togliere seimila camion dalle strade in Italia con una riduzione della Co2 emessa del 60% pari a 6mila tonnellate. Con un vantaggio in termini di sicurezza stradale ed efficienza».

Dallo scorso maggio sono stati avviati così nuovi trasporti intermodali ferroviari che attraversano il Paese sia sulla dorsale tirrenica che su quella adriatica, dagli interporti di Parma e Piacenza ai terminal di Marcianise, in Campania e con Bari, in Puglia, guardando anche verso Trieste dove il gruppo ha acquisito lo stabilimento di Muggia. L’iniziativa è stata realizzata grazie ad un accordo esclusivo con l’operatore Gts, attivo nel trasporto intermodale delle merci: «Da diversi anni Barilla si occupa di favorire soluzioni a ridotto impatto ambientale nel trasporto di materie prime e prodotti finiti», si sottolinea.

Il piano è già stato avviato in Svezia e Germania dove il gruppo ha incrementato la quota di prodotti che “viaggiano” in treno. Da marzo 2020 il 70% di pasta e sughi destinati dall’Italia alla Germania viene spedito con una soluzione intermodale sviluppata in partnership fra Barilla e Gts. Sono tre i treni che ogni settimana percorrono la tratta dall’interporto di Parma al terminal di Ulm, in Baviera. Grazie a questo progetto si tolgono dalla strada 5.000 camion all’anno, risparmiando 6.000 tonnellate di CO2 all’anno. Ora il piano intermodale parte anche in Italia dove Barilla da anni è in prima linea con diversi progetti legati al trasporto su rotaia della materia prima grano. Solo nel 2019 hanno viaggiato su treno oltre 100.000 tonnellate di grano (duro e tenero), generando un risparmio di CO2 di oltre il 70% rispetto al trasporto su gomma.

«I prossimi progetti, dopo il piano intermodale in Italia, riguarderanno investimenti nel sito produttivo e logistico di Muggia», ha chiarito, sentito da Supply Chain Italia, Gianluigi Mason, direttore della logistica Italia di Barilla group. Alla base della scelta di investire a Trieste ha giocato in modo importante la localizzazione del sito e la vicinanza al porto di Trieste che da tempo sta valorizzando i traffici intermodali e viene visto come un avamposto verso i mercati di Nord Africa e Asia. L’obiettivo sarà di produrre 200 mila tonnellate di pasta all’anno per aumentare la capacità produttiva in Italia.

Barilla ha reagito all’emergenza pandemia che ha colpito l’economia mondiale investendo 1 miliardo di euro in Italia nei prossimi cinque anni e altri 400 milioni in tutto il mondo, come hanno annunciato tempo fa il presidente Guido Barilla e l’amministratore delegato Claudio Colzani. Nel 2020 il fatturato consolidato è stato di 3,89 miliardi di euro (+7%). Ad oggi il volume d’affari estero rappresenta oltre il 57% del fatturato complessivo di Barilla. Un giro d’affari composto per il 55,2% dai prodotti primo piatto e per il 44,6% dai prodotti da forno. Il resto da prodotti vari. Incrementi a volume e a valore sono stati inoltre registrati in Germania, Francia, Russia, nei Paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti, il principale mercato extraeuropeo.

Barilla ha rilanciato la presenza sui mercati esteri con investimenti significativi in Gran Bretagna, Francia, Russia e Stati Uniti dove il gruppo ha una quota di mercato superiore al 34%. Lo sbarco di Barilla a Trieste, con la creazione del terzo stabilimento per la produzione di pasta nel mondo, è un passaggio fondamentale nella strategia di espansione all’estero. L’acquisizione si inserisce in un piano di rinnovamento degli asset industriali e aumento della capacità produttiva.

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