Milleri: «In Mediobanca nessuna battaglia Delfin investitore di lungo periodo»

Milleri in una intervista spiega la posizione della holding Del Vecchio

Sulle divisioni familiari: «Le partecipazioni sono in sicurezza»

R.p.

Ad una settimana esatta dall’assemblea di Mediobanca, che si terrà come ogni anno il 28 di ottobre a Milano, Francesco Milleri, presidente di Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, e di EssiLux, in una lunghissima intervista al Il Sole 24 Ore racconta le grandi sfide del colosso degli occhiali e spiega per la prima volta la posizione di Delfin, principale socio dell’istituto con il 20%, sulla delicata partita del rinnovo al vertice di piazzetta Cuccia. Lo fa con una posizione cristallina su molti punti, anche se - è singolare - che per tutta la conversazione mai gli sia stato chiesto e lui mai abbia pronunciato la parola Generali. Principale partecipazione di Mediobanca e di cui Delfin stessa è il secondo socio con il 9,8% del capitale.

Tornando alla banca milanese Milleri ha sottolineato che il dossier rappresenta solo il 10% del suo tempo, il restante 90% è devoluto a EssiLux. «La partita di via Filodrammatici non è una battaglia, ma piuttosto un impegno di lungo periodo nel nome di Leonardo Del Vecchio», ha affermato . Sul confronto in assemblea tra la lista del management e la lista di minoranza targata Delfin ha poi aggiunto : «Non è l'arrivo ma il percorso che conta. Due o cinque consiglieri per Delfin non faranno alcuna differenza. Siamo un investitore finanziario serio, di lungo periodo».

Il manager ha tenuto a mantenere il discorso sulla questione della governance su un fondo di pacatezza, ma ha anche voluto raccontare il retroscena delle settimane di trattative con Alberto Nagel, ad di Mediobanca, e il suo management. In primis sul fatto che le proposte ricevute avrebbero potuto mettere in discussione l'indipendenza e l’autonomia dei candidati di Delfin. E poi la questione dell’importanza «un punto di attenzione importante, evidenziato poi anche dal proxy advisor ISS».Sulla possibilità di un'eventuale sconfitta in assemblea, Milleri ha chiarito non esserci spazio per questa ipotesi «perché da parte nostra non è mai stata interpretata come una battaglia». E poi ha aggiunto: «Non ci sono avversari ma solo alleati, tutti uniti dal desiderio di creare valore. Lo stimolo e il sostegno al management sono stati sempre alla base della nostra proposta» .Parlando delle divisioni in famiglia ha poi detto «Ci sono posizioni diverse, ma l’unica per me possibile è il rispetto della visione e degli impegni presi in vita con Leonardo. È un vincolo profondo e personalissimo, mio e di tutto il consiglio di amministrazione di Delfin». E poi ha aggiunto che non c’è nessun timore che queste divisioni possano mettere in difficoltà la governance. «Leonardo - dice - come sempre in vita ha guardato un passo avanti a tutti. Le sue scelte e la governance attuale mettono in sicurezza la holding e le sue partecipazioni, inclusa Essilux, proprio in un contesto di confronto tra i soci». Riguardo alla possibilità di una riconciliazione, Milleri ha espresso l'auspicio che la famiglia possa trovare un accordo unanime, come hanno fatto i Berlusconi.

Infine, ha condiviso l'entusiasmo per il futuro di Essilor Luxottica, evidenziando i risultati positivi ottenuti e le ambizioni di crescita, compreso l'obiettivo di raggiungere 30 miliardi di euro di fatturato in 3 anni.

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