Metinvest Trametal e Ferriera Valsider continuano la produzione, la casa madre in Ucraina è sotto le bombe

Allo stato attuale la produzione continua e si stanno cercando soluzioni per continuare anche in futuro, come assicura l’amministratore delegato Viktor Dembytskyy, in un colloquio esclusivo con Nordest Economia

Edoardo Bus
V.Dembytskyy
V.Dembytskyy

VERONA. La situazione drammatica che sta vivendo il Gruppo siderurgico ucraino Metinvest, che ha sede a Mariupol devastata dalle bombe russe, ha inevitabili riflessi anche sulle vicende delle sue controllate Metinvest Trametal (San Giorgio di Nogaro) e Ferriera Valsider (Oppeano). Ma, per fortuna, allo stato attuale la produzione continua e si stanno cercando soluzioni per continuare anche in futuro, come assicura l’amministratore delegato Viktor Dembytskyy, in un colloquio esclusivo con Nordest Economia.

«Le ultime 20.000 tonnellate di bramme da Mariupol destinate agli stabilimenti italiani di Metinvest - spiega Dembytskyy - sono arrivate a Monfalcone e Porto Marghera quando la guerra era appena iniziata. Ora l'azienda sta diversificando la sua catena di approvvigionamento, progettando di acquistare prodotti semilavorati da Cina, India, Indonesia, Vietnam e Brasile. Si tratta di un lavoro complesso, considerato che il 98% delle bramme destinate ai laminatoi europei di Metinvest era di provenienza ucraina. Gli stabilimenti italiani di Metinvest comunque continuano a lavorare utilizzando i loro stock di materie prime».

Una sorpresa positiva, quindi, dal momento che i sindacati paventavano una possibile chiusura degli stabilimenti da inizio aprile, anche se l’Ad non esclude gli ammortizzatori sociali. «I nostri dipendenti sono la nostra maggiore risorsa, e la tutela del lavoro è una nostra priorità assoluta - dice -. Ci impegniamo a garantire tutti i pagamenti, condizioni di lavoro sicure e, se fosse necessario, ci riserviamo la possibilità di un eventuale ricorso alla cassa integrazione. Al momento tutti i pagamenti vengono eseguiti dalle aziende nella loro interezza». 

Anche il fatto che in una condizione di guerra in Ucraina Viktor Dembytskyy possa continuare a ricoprire il ruolo di amministratore delegato di Metinvest Trametal e Ferriera Valsider non è scontato. Il suo compito principale non è cambiato: assicurare la piena efficienza e la massima capacità produttiva degli impianti. Anche se nella fase che sta per affrontare dovrà dimostrare di essere capace di operare in totale autonomia, visto che la continuità dell’intero Gruppo Metinvest è a rischio.

«Oggi la priorità assoluta dell'azienda in Ucraina – spiega Dembytskyy - è la sicurezza dei dipendenti e delle persone che vivono vicino agli impianti. Le lavorazioni eseguite nei nostri stabilimenti comportano l’impiego di materiali pericolosi, e un bombardamento potrebbe causare il rilascio di sostanze nocive. Ecco perché abbiamo chiuso gli impianti all’approssimarsi delle ostilità. Al momento, l’operatività delle nostre acciaierie - Ilyich Steel e Azovstal a Mariupol, così come Zaporizhstal a Zaporizhzhya - è sospesa».

A Mariupol, che è tagliata fuori dal resto dell'Ucraina da tre settimane, le aziende Metinvest contano quasi 40.000 dipendenti. In questo periodo oltre 4.000 dei dipendenti e anche dei residenti di Mariupol hanno letteralmente vissuto nei rifugi antiatomici delle strutture aziendali.

«Il 16 marzo – dice Dembytskyy - siamo riusciti ad evacuare alcune persone dalla città attraverso un "corridoio verde". Metinvest ha partecipato all'evacuazione dei civili e li sta aiutando a stabilirsi in altre città». Avdiivka Coke and Chemical Plant (Avdyivka, regione di Donetsk) ha sospeso l’operatività di due cokerie e della sezione chimica a inizio marzo. Il 13 marzo, poi, i bombardamenti russi hanno parzialmente danneggiato le attrezzature, le infrastrutture, diversi edifici e gli autobus che operano nell’impianto, ma non ci sono state vittime.

«Il nostro stabilimento di Kamenskoye (Kamenskoye, regione di Dnipropetrovsk) e gli impianti di carbone di Metinvest Pokrovskugol (Pokrovsk, regione di Donetsk), gli stabilimenti di Metinvest a Kryvyi Rih – aggiunge l’amministratore delegato italiano - continuano a funzionare. Le aziende hanno ridotto i volumi produttivi a causa di problemi nelle vendite di prodotti causati dalla chiusura delle tre acciaierie, e anche di ovvi vincoli logistici».

In questa situazione di guerra ci si può dare da fare per aiutare. Metinvest mette a disposizione alloggi per supportare chi si è rifugiato in Italia, Bulgaria, Polonia e altri Paesi in cui l’azienda opera. Inoltre, con DTEK, che fa parte di SCM, il maggiore fondo di investimento ucraino, e la Fondazione Rinat Akhmetov, ha costituito un fondo umanitario per aiutare la popolazione ucraina con cibo, beni di prima necessità e medicinali.

«Come Gruppo – conclude Viktor Dembytskyy - abbiamo creato una rete logistica e stabilito un hub in Polonia, dove convogliamo tutti gli aiuti umanitari provenienti dall'Europa, che vengono poi spediti a Zaporizhzhya e smistati verso le città in cui operiamo. Abbiamo già distribuito 80 tonnellate di aiuti umanitari. Questa iniziativa è aperta ad ogni tipo di collaborazione, per cui invitiamo tutti gli italiani a aderire e a fare donazioni per aiutare la popolazione ucraina».

Riproduzione riservata © il Nord Est