Magnocavallo, mister Tannico «Amazon? Non ci preoccupa, noi parliamo con i contadini»

Probabilmente è il primo nome a venirvi in mente, se si parla di e-commerce del vino. E dietro il “fenomeno” Tannico.com c’è un altro fenomeno, stavolta tutto nordestino: il boom dei vini dell’Alto Adige. A raccontarcelo è Marco Magnocavallo, fondatore (nel 2012) e oggi amministratore delegato del portale capace di aver gestito oltre 400 mila ordini e consegnato due milioni e mezzo di bottiglie nel mondo nel 2020, con un fatturato che ha superato i 37 milioni di euro (+82% sul 2019).
Magnocavallo, prima di uno sguardo generale su Tannico le chiediamo cosa c’è di nordestino in questo fenomeno.
«L’Alto Adige: le cantine lì stanno avendo un vero boom, negli ultimi due anni la crescita di vini come Gewürztraminer e Pinot nero è stata pazzesca, sono i più venduti. Oggi il solo Alto Adige vale circa il 6% del nostro fatturato, il Trentino il 2,5%, il Veneto il 7,6%».
Il Prosecco come va?
«Mediamente bene, ma avendo noi solo etichette di Prosecco in fascia di prezzo attorno ai sei/sette euro, ci perdiamo quella più bassa in cui è forte nella grande distribuzione».
Siete anche una grande “antenna” sulle tendenze.
«Sicuramente, abbiamo un punto di vista incredibile su dove va il mercato. Col lockdown abbiamo assistito a un calo del costo medio delle bottiglie acquistate, a un calo netto per esempio dello Champagne, due tendenze chiare di come la gente avesse meno soldi e meno voglia e occasioni di festeggiare. Ora l’attenzione è sui vini direi “artigianali”, naturali, il consumatore si fa guidare in questo mondo e noi lo consigliamo con i nostri personal sommelier, o raccontiamo le storie dei vini sui social».
Dove trovate le etichette che entrano nel vostro catalogo?
«Abbiamo un team nostro che fa la selezione, cerca, assaggia, prova. E poi molte cantine si propongono da sole e le valutiamo: in media una decina al giorno».
Quante sono a Nordest?
«Abbiamo 1.219 prodotti dell’Alto Adige, 679 del Trentino e 1.445 del Veneto».
Lo scorso anno Campari ha rilevato il 49% delle vostre quote con possibilità di salire al 100%. Si andrà verso una concentrazione di operatori, nel vostro settore? Temete che Amazon possa entrare di prepotenza?
«Concentrazione non credo, c’è spazio per diversi operatori se ci si differenzia. Certo, la differenziazione non si fa solo a colpi di sconti, come tenta qualcuno: non regge sul lungo termine. Per quanto riguarda Amazon, non credo che quello del vino sia un mercato che possa interessare a un colosso del genere: ha dimensioni ridotte per i loro standard, e la necessità di una sorta di “artigianalità” dei processi e delle relazioni. Io devo telefonare a un contadino che mi risponde sul trattore, non credo Amazon lo farebbe».
Come sta andando il 2021?
«È partito bene, anche in confronto al 2020 che con il lockdown era stato esplosivo».
Quanto vale, oggi, l’e-commerce del vino?
«Se prendiamo solo i dati dei vini premium, da enoteca, il mercato vale circa un miliardo e mezzo di euro, e l’online arriva a 100-120 milioni. Ma credo che in tre anni possa arrivare tranquillamente al 15%».
Parlando con i produttori, qui spesso si coglie una certa diffidenza verso il canale di vendita digitale. Sta cambiando il clima?
«Il lockdown lo ha cambiato in maniera drammatica e radicale: ha portato le cantine a capire che non possono più fare a meno dei canali distributivi alternativi, diversi da gdo e horeca: ora sull’e-commerce tutti cercano di esserci».
Facciamo un passo indietro: come è nato Tannico?
«Io arrivo dall’editoria web prima, con Blogo, poi dal venture capital. Studiando i vari tipi di e-commerce ho notato un enorme buco nel settore del vino, e ho deciso di buttarmi perché quel buco si poteva riempire solo in Italia o in Francia. Oggi siamo un’enoteca online con oltre 15 mila etichette, delle quali l’80% italiane, provenienti da 2.500 cantine, e con una consegna molto più rapida rispetto al modello delle vendite temporanee con merce non in stock: il nostro vino arriva in tutta Italia in 24/48 ore».
Tutto da un unico magazzino?
«Sì, in zona Milano, un centro da oltre quattromila metri quadrati. Ma in estate ci sposteremo in un nuovo magazzino nel Piacentino: il modello con un unico centro funziona, per il momento non credo che cambieremo. Garantiamo anche temperatura e umidità controllate a seconda del tipo di vino».
Cliente tipo di Tannico?
«È nell’85% dei casi un uomo, tra i 35 e i 55 anni, un professionista dal livello culturale e reddito medio-alto, che in media spende più di 100 euro ad acquisto e compra circa nove bottiglie di vino per volta». —
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