L'ad di Melegatti: "Un lockdown prima di Natale metterebbe ko l'Italia, smorziamo il clima di terrore"

Parla l’amministratore delegato Giacomo Spezzapria: "Un nuovo blocco potrebbe avere risultati molto pericolosi per il paese e per i consumi". Il Natale 2020 sarebbe il primo a pieno regime da quando la famiglia vicentina salvò nel 2018 la Melegatti dal fallimento. Tra le novità il pandoro alla Sambuca Molinari
20171122 Verona Operai al Lavoro allo stabilimento Melegatti - Foto Angelo Sartori - 20171122 Operai al Lavoro allo stabilimento del pandoro Melegatti per la prima volta dopo mesi - fotografo: Sartori
20171122 Verona Operai al Lavoro allo stabilimento Melegatti - Foto Angelo Sartori - 20171122 Operai al Lavoro allo stabilimento del pandoro Melegatti per la prima volta dopo mesi - fotografo: Sartori

VERONA. “Un altro lockdown, vicino al Natale, stroncherebbe interi settori del Paese”. Non fa tanti giri di parole, pur non perdendo l’ottimismo, l’amministratore delegato di Melegatti Giacomo Spezzapria, la cui famiglia è proprietaria dal 2018 dell’azienda che inventò il pandoro. A Pasqua la produzione di lievitati da ricorrenza, che nel veronese concentra quasi i due terzi del dato nazionale, per un fatturato complessivo di circa 500 milioni di euro, ha registrato un calo compreso tra il 30 e il 40% rispetto agli anni precedenti.

Spezzapria, siete al terzo Natale alla guida di Melegatti. È quello più difficile?

“Il tema è proprio questo, e in questo senso lanciamo un appello al mondo politico. Con tutte le cautele del caso, e adottando ogni misura di lotta al Covid, un nuovo blocco, proprio a ridosso del Natale, potrebbe avere risultati molto pericolosi per l’Italia e per i consumi. Attorno a questo periodo si concentrano molte attività in Italia, pensare di limitarle con ipotetiche chiusure significa dare il colpo del ko”.

Non vi conforta il fatto che durante l’altro lockdown la grande distribuzione ha comunque fatto registrare dati positivi?

“Il problema è il clima di terrore che si sta ricreando e che va smorzato. Dopo l’esperienza precedente ci siamo organizzati e oggi sapremmo affrontare meglio un lockdown, ma ricordiamoci che i dati della Pasqua sono stati piuttosto disastrosi, nonostante l’e-commerce e la gdo. Perché è mancata tutta la parte di socialità legata alla festività, dal consumo in famiglia al regalo”.

Come procede la vostra avventura alla guida di Melegatti?

“Siamo contenti. È stato un percorso costellato da diverse situazioni, ultima quella del Covid. Ma restiamo ottimisti, seguendo un piano di crescita graduale”.

Il Natale 2020 sarebbe il primo a pieno regime da quando la famiglia Spezzapria salvò nel 2018 la Melegatti dal fallimento. Oggi occupa 50 dipendenti a tempo indeterminato e 150 collaboratori per la campagna di Natale. In occasione delle festività di fine anno del 2019 furono prodotti 3 milioni di dolci, per il 2020 quelli previsti sono tra i 4 e i 5 milioni, con un ampliamento delle referenze e nuove iniziative di co-marketing.

Giacomo Spezzapria, ad di Melegatti
Giacomo Spezzapria, ad di Melegatti

La prima che salta all’occhio è la partnership con Sambuca Molinari.

“Si tratta innanzitutto di un incontro di sapori che stanno bene assieme. Da qui nasce il pandoro alla Sambuca. E più in generale l’idea è quella di riattivare le collaborazioni con realtà del beverage e dei liquori che hanno sempre contraddistinto Melegatti”.

Come state gestendo il capitale di affetto e simpatia che Melegatti aveva ricevuto quando si rischiava la chiusura dell’azienda?

“Abbiamo sempre sentito la vicinanza di Verona e dei veronesi, per noi è molto importante. Ormai siamo tornati a distribuire su tutto il mercato italiano (90%, il 10% va all’estero), ma sapere che ci acquistano i veronesi è motivo di orgoglio per un’azienda simbolo come Melegatti. La simpatia che genera il marchio, oltre alla qualità del prodotto, ci guida in questo percorso, come ricordano gli spot del passato (‘Regala Melegatti, demotivato miscredente’, diceva Franca Valeri a un Babbo Natale particolarmente depresso in un celebre spot degli anni Ottanta, ndr)”.

E con il prossimo anno tornerete a produrre anche i cosiddetti prodotti continuativi, quelli svincolati dalle festività.

“Sì, stiamo effettuando delle prove industriali nello stabilimento di San Martino Buon Albergo, che sarà operativo nel primo trimestre del 2021. Andrà a scaffale una gamma di prodotti più ampia, per soddisfare i consumi di tutti i giorni di fascia media e alta. Si partirà con i croissant per arrivare a due linee di biscotti, inizialmente destinate al mercato del Nordest italiano: una di pasticceria, l’altra, con un marchio diverso, ai cereali per la colazione”.

Da buon maratoneta (“L’ultima che ho corso è stata Valencia, nel 2018, mamma mia quanto tempo è passato”), Giacomo Spezzapria percorre un pezzo di strada alla volta e guarda al chilometro successivo. Quest’anno sarà comunque per la sua famiglia “tre volte Natale”, come cantava Lucio Dalla, in sella a Melegatti. Anche se per tracciare un primo vero bilancio, si dovrà probabilmente attendere l’anno che verrà.

 

 


 

Riproduzione riservata © il Nord Est