La trasformazione di Lef, da fabbrica modello ad azienda modello
Ecco la metamorfosi di Lean Experience Factory nata nel 2011 dalla joint venture tra McKinsey & Company, Confindustria Alto Adriatico e altri soci del territorio, grazie a un investimento di 12 milioni che ne ha consentito l’espansione

Da fabbrica modello ad azienda modello. E’ la trasformazione vissuta dalla LEF di San Vito al Tagliamento, la Lean Experience Factory nata nel 2011 dalla joint venture tra McKinsey & Company, Confindustria Alto Adriatico e altri soci del territorio, grazie a un investimento di 12 milioni che ne ha consentita l’espansione.
L’intervento, avviato a giugno 2021, ha consentito di far evolvere LEF in un’azienda modello dove i partecipanti ai corsi possono vivere una trasformazione digitale a 360° in tutte le funzioni aziendali (dalla ricerca & sviluppo, agli acquisti e ancora alla supply chain), comprendendo anche fornitori e clienti.

«L’investimento ha permesso l’implementazione di più di 120 digital use case grazie alla collaborazione con il nostro ecosistema digitale composto da oltre 100 provider di soluzioni tecnologiche. Il nostro sforzo è la risposta a quello che l’evoluzione digitale sta chiedendo alle aziende: una trasformazione digitale su scala che vada oltre i progetti pilota e abbracci l’intera catena del valore» spiegano Cinzia Lacopeta, Solution Associate Partner di McKinsey, e Nicole Belfanti, Solution Delivery Manager di McKinsey, facendo il punto sulla realtà friulana a 12 anni dalla sua nascita. Anzitutto ricordando il motivo dei natali di LEF, nata «in risposta a uno studio realizzato da McKinsey che evidenziava come la perdita di competitività delle aziende del territorio fosse dovuta a un’efficienza operativa inferiore rispetto alla media. Da questa evidenza - ricordano Lacopeta e Belfanti - si creò la necessità di un centro di formazione in lean management che aiutasse le imprese ad acquisire le competenze utili a recuperare la competitività persa».
Da allora, il centro si è evoluto negli approcci insegnati - da lean a digital, agile, design thinking, change management -, negli ambienti di formazione - da sola manifattura a tutta la catena del valore - e nei settori serviti - dall’industriale al farmaceutico, energetico, servizi finanziari e altri -. «Nonostante queste evoluzioni - continuano le due manager -, LEF ha sempre mantenuto l’esperienza al centro del proprio metodo formativo, con l’obiettivo di far vivere in prima persona la trasformazione ai partecipanti, che sperimentano la simulazione realistica di un processo produttivo con veri macchinari, postazioni di lavoro e operatori, apprendendo i passi necessari a raggiungere l’eccellenza operativa in tutte le fasi, dal diagnostico alla progettazione fino all’implementazione».

In LEF la digitalizzazione non è fine a se stessa. Non da utilizzare a prescindere. L’approccio adottato dal centro considera le soluzioni digitali «solo nel momento in cui risolvono in modo efficace un problema e generano impatto nell’organizzazione che decide di adottarle» precisano Lacopeta e Belfanti. Un esempio? La difficoltà incontrata dalle aziende di fronte a interruzioni della supply chain a ogni livello, ad esempio di materie prime, sito produttivo o catena distributiva.
«McKinsey dal 2020 conduce un sondaggio tra le aziende per comprendere che cosa stanno facendo o vorrebbero fare per essere più resilienti e agili nella loro supply chain - spiegano Lacopeta e Belfanti -. I risultati offrono due spunti molto interessanti: le aziende rispondenti affermano di non riuscire a creare trasparenza e visibilità a livello di pianificazione per mancanza di dati e di tecnologie abilitanti; inoltre dichiarano di non disporre dei talenti necessari a migliorare la gestione della supply chain».
La soluzione proposta, che è anche l’ultima evoluzione di Lef, si chiama "control tower“ ed è un’infrastruttura il cui principale compiuto è quello di aggregare i dati provenienti dai vari ambiti aziendali interni, trasformandoli in informazioni per assumere decisioni su supply chain, produzione o gestione degli asset aziendali. L’infrastruttura si compone di due elementi: uno software, per la gestione dell’intera catena di approvvigionamento, puntando a un miglioramento dei tempi di consegna, a una maggiore trasparenza sulle scorte e un’ottimizzazione della produzione, della gestioni degli ordini e della logistica, e una hardware, con un led wall da 8 x 3 metri per visualizzare le informazioni elaborate dalla parte software.
«Ipotizziamo che la previsione degli ordini clienti non riesca a coprire il budget delle vendite - spiegano ricorrendo a un esempio le due manager -. La control tower può velocemente analizzare il gap a livello economico per quantificare la possibile perdita e può supportare gli stakeholder interessati nella definizione di scenari risolutivi alternativi, attraverso un uso più consapevole delle risorse disponibili in azienda. Possibili azioni includono: l’ottimizzazione della capacità produttiva, la revisione della strategia degli stock a magazzino, la verifica della disponibilità di materiali nella catena di distribuzione e così via. Insieme alla dotazione tecnologica, è necessario attrezzarsi dei talenti che sappiano usarla al meglio. É proprio questa la mission della LEF». Insieme all’accelerazione digitale, le aziende sono chiamate a essere sempre più sostenibili. Ed è proprio sulla sostenibilità che LEF ha deciso di investire ora, mettendo a disposizione corsi di formazione dedicati e più di 15 soluzioni digitali per aiutare le aziende a rendere i processi operativi più sostenibili.
«Un esempio di grande innovazione include il fotobioreattore che assorbe la CO2 generata dagli impianti produttivi per nutrire microalghe che possono poi essere vendute al settore cosmetico e alimentare - spiegano ancora Cinzia Lacopeta e Nicole Belfanti -: in questo modo la sostenibilità diventa anche una fonte di redditività. Un altro elemento che resta per noi sempre attuale è la creazione delle competenze, con nuovi modelli di erogazione della formazione. La LEF ha investito molto sulla possibilità di rendere l’approccio esperienziale disponibile presso le aziende anche durante la fase pandemica. Abbiamo quindi creato una regia professionale per erogare corsi di formazione da remoto, che permettessero ai partecipanti di interagire con i nostri operatori/attori e con i nostri ambienti di formazione. In seguito, per rispondere alla crescente richiesta da parte delle aziende, abbiamo utilizzato un approccio duplice: da un lato abbiamo attivato la “model factory in a box”, ovvero una fabbrica portatile per formare centinaia di operatori sul tema lean e digital in diversi settori, dall’altro abbiamo supportato progetti per replicare un centro di formazione esperienziale come la LEF all’interno delle aziende».
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