La strategia europea di Fincantieri: «Oggi bisogna unire le forze su difesa e energia»
della cooperazione e non delle fusioni». Idrogeno nuova frontiera

Il tour europeo del Ceo di Fincantieri Pierroberto Folgiero è culminato ieri con l’annuncio che Naviris, la joint venture paritetica al 50% di Fincantieri e Naval Group, rimetterà a nuovo le quattro fregate Horizon delle Marine italiana e francese costruite tra il 2000 e il 2010 e realizzate dal gruppo triestino. Naviris opererà in Consorzio con Mbda e Thales, il colosso francese del settore. Un contratto formale sarà firmato nelle prossime settimane.
É stata una missione europea intensa per il management Fincantieri iniziata a Berlino con il vertice italo-franco-tedesco al quale hanno partecipato il ministro tedesco dell'Economia, Robert Habeck, il collega italiano delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire che conosce bene il gruppo triestino dai tempi della sfida italo-francese per i cantieri di Saint Nazaire.
Sfida che per Folgiero, che ha parlato a un incontro sulla sicurezza marittima a Bruxelles, non è più attuale nel settore difesa: «Malgrado la spinta a livello Ue a superare la frammentazione delle industrie europee della difesa, in Europa questo è il momento della cooperazione tra le imprese del settore, non delle fusioni e acquisizioni transfrontaliere».
L'azienda triestina aveva provato a rilevare Stx-Chantiers de l'Atlantique, ma l'operazione non era andata in porto per le resistenze nazionali: «Non credo che le nazioni oggi siano disposte a perdere asset industriali militari nel breve termine», ha detto il Ceo che pensa piuttosto a un «circuito virtuoso in cui unire le forze».
Per Folgiero c’è una spinta in Europa a proteggere sempre più le filiere industriali: «Devi tenere gli asset nazionali. La dimensione nazionale sui temi della difesa è perdente: è invece vincente la collaborazione tra le industrie: «Si creano così circoli virtuosi, che consentono di creare una visione della difesa europea, insegnando alle industrie non a comprarsi a vicenda, ma a unire le forze, creando collaborazioni internazionali che rispondano a requisiti di più Marine».
Ma c’è un’altra partita vitale per un’Europa che vuole diventare meno dipendente da altri Paesi, a partire dalla Cina. Per l’Italia, oltre a Fincantieri, c’erano anche Leonardo, Enel e StMicroelectronics.
A Berlino si è discusso della posizione Ue nel nuovo assetto geopolitico dove la crisi delle materie prime (in particolare minerali e metalli critici come litio, nichel, terre rare) stanno mettendo in difficoltà la grande industria impegnata nella transizione energetica. Per l’Italia, oltre a Fincantieri, c’erano anche Leonardo, Enel e StMicroelectronics.Senza queste risorse la riconversione all’eolico o all’idrogeno diventa difficile.
Il ministro Urso ha proposto di riaprire i giacimenti (le miniere) in Europa e in Italia. Ma si pensa anche a estrazioni minerarie dal fondo del mare, come pensa Folgiero che considera il mondo sottomarino come «la nuova frontiera».
Folgiero, a un forum sull’economia dell’idrogeno a Bruxelles ha spiegato che il ruolo dell'industria e di Fincantieri è di trovare soluzioni industriali per decarbonizzare il settore marittimo e rendere possibile questa transizione sostenendo gli armatori quando si tratta di prendere decisioni di investimento. Il secondo compito è possedere tecnologie collaudate: «Dobbiamo convincere gli investitori che la tecnologia è sostenibile dal punto di vista economico».
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