La ex fabbrica di Safilo a Martignacco rinasce Ivision: da Dior a Fendi firma l’occhialeria di lusso

L’azienda di Martignacco ha prodotto nel 2022 oltre 500 mila pezzi. Il ceo Stefano Fulchir: «Puntiamo al raddoppio e a conquistare nuovi mercati»

Maura Delle Case

Calano le mascherine, crescono gli occhiali e così Ivision riporta il sito produttivo di Martignacco alla sua missione d’origine che era appunto quella di produrre occhiali di mirabile fattura.

L’avventura, iniziata nell’ottobre 2020, in piena pandemia, dai fratelli Eva, Stefano e Federico Fulchir, artefici del salvataggio dell’ex Safilo, ormai si può dire vinta. A certificarlo sono i dati economici e produttivi che crescono senza soluzione di continuità. Dai 100.000 occhiali prodotti il primo anno, l’azienda è passata nel 2022 a 500.000 occhiali per un totale di 8,5 milioni di ricavi, 1 milione in più dell’anno precedente ma realizzati principalmente dalla produzione di occhiali (non più dalle mascherine che invece nel 2021 pesavano per il 60%), lavorando in particolare per alcuni dei più grandi gruppi del lusso.

A Martignacco, dove oggi lavorano circa 150 dipendenti, nasce infatti l’eyewear di alcune grandi griffe della moda: da Celine a Saint Laurent, da Givenchy a Fendi, Dior, Loewe, Marni, Top’s, Luis Vuitton, Tom Ford e Bottega Veneta. Ma anche Retrosuperfuture, il marchio dell’occhialeria controllato da Renzo Rosso.

«Il 2022 è stato un anno importante - dichiara il Ceo di Ivision Eyewear, Stefano Fulchir - che si è caratterizzato per la costante crescita, i clienti ci stanno dando fiducia e ci stiamo muovendo bene all’estero dove puntiamo a crescere ancora». Oggi la fetta di ricavi realizzata oltre confine pesa circa il 10% sul totale, ma l’obiettivo è spingere sull’acceleratore, in Francia e America soprattutto.

Il sito di Martignacco, che lavora anche per brand emergenti e minori, non si limita alla mera esecuzione dei progetti, ma è parte integrante della nascita degli occhiali, vantando competenze che vanno dal disegno alla prototipazione dei prodotti. Merito del knowhow dei dipendenti, un tesoro eredità dell’ex Safilo, dei macchinari, alcuni rimasti dalla precedente attività, altri acquistati ex novo, e delle nuove forze integrate in azienda nel corso di questi ultimi due anni per curare design e progettazione.

L’accelerazione è frutto delle capacità manageriali e di relazione dei Fulchir e della squadra di professionisti, a partire dal direttore generale della divisione eyewear Marcello Marinelli, che i fratelli hanno messo insieme per guidare l’azienda in un mercato difficile come quello dell’occhiale, dove far quadrare qualità, competitività e margini è una vera e propria missione. Impresa che lo scorso anno ha pure dovuto far i conti con il boom dei costi energetici, una bolletta salatissima per Ivision.

«Durante l’estate è stata durissima - continua Fulchir - le bollette sono andate alle stelle, con fatica abbiamo gestito la situazione, ora i prezzi fortunatamente si sono riallineati».

Se la produzione di occhiali continua a crescere, con l’obiettivo di arrivare a 1,2 milioni di pezzi prodotti l’anno, va via via esaurendosi quella di mascherine con cui l’azienda aveva materialmente riaperto i battenti dopo la chiusura di Safilo.

«La produzione è andata avanti bene fino ad agosto scorso, abbiamo gestito belle commesse anche per gruppi come Telecom Italia. Mascherine Ffp2 soprattutto, ormai le chirurgiche non si producono praticamente più. Ma è un’attività ormai residuale, da settembre in forte calo». Il 2023 si presenta come un anno di crescita ulteriore. «I clienti - conclude Fulchir - sarà impegnativo e sfidante, i clienti ci stanno dando fiducia, siamo in linea con gli obiettivi».

Riproduzione riservata © il Nord Est