Investimenti in cultura, Veneto delle imprese al top dietro solo alla Lombardia
Report Economia della Bellezza elaborato dall’ufficio studi di Banca Ifis. Ernesto Fürstenberg Fassio: «Ruolo chiave dell’imprenditore mecenate»

Investire in arte e cultura produce cambiamenti positivi nelle aziende. Le imprese che lo fanno registrano un aumento della produttività superiore di 1,4 volte rispetto alla media delle aziende di analoga dimensione. Se poi a sviluppare progettualità legate alla cultura sono gli istituti di credito, l’incremento delle produttività diventa oltre tre volte superiore alla media del sistema bancario.
Sono alcuni dei dati che emergono dall’edizione 2024 di Economia della Bellezza, analisi elaborata dall’Ufficio Studi di Banca Ifis per approfondire il ruolo di arte e cultura come asset strategici per la competitività aziendale. Il report è stato presentato ieri a villa Fürstenberg, a Mestre, nel corso di una giornata di studi sul tema.
Emerge un quadro d’eccellenza per il Veneto, tra le cui imprese è elevata la sensibilità su arte e cultura. In tutta Italia sono 732 le imprese in attività con progettualità su arte e cultura, distribuite in 18 regioni su 20, ma con una netta preponderanza al Nord. In questa classifica, il Veneto si piazza al secondo posto con 123 imprese, pari al 17% del totale.
Fa meglio solo la Lombardia con 227, mentre al terzo posto si colloca l’Emilia Romagna con 112. La gran parte di queste aziende (8 su 10) hanno un fatturato inferiore ai 250 milioni di euro. Svariati i settori produttivi, tra cui emergono moda, meccanica e agroalimentare. La penetrazione nel tessuto produttivo veneto delle aziende con progettualità nella cultura è di 5 punti percentuali superiore alla media nazionale: il 13% contro l’8% del dato italiano.
Nel complesso, le aziende che investono su arte e cultura generano 192 miliardi di euro di fatturato. Per il Veneto parliamo di ricavi per 20 miliardi. I benefici di questi investimenti si verificano, oltre che nella produttività, in una crescita delle retribuzioni maggiore di 2,2 volte, dimostrando anche un impatto sulla valorizzazione delle competenze.
Ma cosa spinge le aziende venete a investire in cultura? Qui i numeri differiscono dalla media italiana. Il 23% delle imprese venete (contro il 12% nazionale) considera questi progetti come strumenti per stimolare innovazione e creatività. Il 18% delle aziende venete si concentra sul coinvolgimento dei dipendenti, anche in questo caso con una frequenza più elevata della media nazionale. Mentre il 41% degli imprenditori veneti si pone l’obiettivo, con questi progetti, di costruire relazioni solide con territori e comunità e il 18% di comunicare con gli stakeholder esterni.
Il report ha riservato anche un focus al settore bancario, quello più vivace, con 16 gruppi attivi in progettualità legate all’arte. «Economia della Bellezza ha dimostrato, con numeri e testimonianze concrete, quanto sia vincente il binomio tra arte, cultura e attività d’impresa», commenta Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis. «Un’unione – continua – che crea valore, economico e sociale, e che conferma il ruolo chiave della figura dell’imprenditore mecenate, per lo sviluppo virtuoso della collettività. Per questo, ho voluto creare Ifis Art, il brand che riunisce tutte le progettualità di Banca Ifis, che hanno l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese». —
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