Il risiko della Sonepar teleguidato da Padova: «Ma il mercato ora frena, stop a nuove conquiste

PADOVA. Un 2020 incerto che si chiuderà con un contrazione del fatturato tra il 15 e il 20% per Sonepar Italia, la costola cisalpina dell'omonimo gruppo francese che fatturava nel 2018 oltre 24 miliardi di euro in 48 paesi del mondo commercializzando materiale elettrico per l'edilizia e la produzione industriale.
Un vero e proprio colosso che in Italia l'anno scorso fatturava 1,475 miliardi di euro grazie alle due aziende con cui opera sul mercato, la brianzola Sacchi Spa (oltre 600 milioni di euro di fatturato 2019), acquisita direttamente dalla Holding nel 2018, e di Sonepar Italia, con sede a Padova, protagonista di una serie di acquisizioni (4 tra il 2017 e il 2019) che portavano, nel 2019, il suo fatturato aggregato a quota 850 milioni di euro (tra i 622 di Sonepar e i 230 della padovana Elettroveneta, acquisita nell'aprile dell'anno scorso).
Un percorso di indiscusso successo che ha garantito all'affiliata italiana del gruppo di raddoppiare il proprio fatturato a partire da un 2013 in cui l'azienda poteva contare su di un valore della produzione pari a 413 milioni di euro. Un percorso che ha saputo superare tutte le fasi di crisi di un Paese, l'Italia, mai veramente ripresosi dal tracollo delle borse mondiali a seguito del 2008.
Anche il 2020 rischia di essere un anno di profonde difficoltà per il sistema economico nazionale tra un Pil che l'Istat prevede in flessione di un eclatante e inedito -8,3% e una crisi di liquidità che potrebbe essere il vero freno alla ripresa.
In questo contesto, ed in un mercato di riferimento che perde ad ora il 20% circa sul 2019, Sonepar chiude il primo semestre 2020 in linea con l'andamento del settore ma spera di dimezzare le perdite durante la seconda metà dell'anno.
«Tra un gennaio e un febbraio ottimi e una fase Covid che ha visto praticamente fermarsi molti segmenti di attività dei nostri clienti, crediamo di dovere registrare un andamento non dissimile da quello del mercato di riferimento, per lo meno per questi primi sei mesi dell'anno» spiega Sergio Novello, presidente e ad di Sonepar Italia.
«Per il secondo semestre stiamo ragionando di due diversi scenari: l'uno che, pure in presenza di alcuni piccoli focolai di epidemia, va verso un'estinzione dell'emergenza, l'altro invece, più drammatico, in cui dovremo assistere ad una nuova fare acuta del Covid-19. Nel primo caso saremo in grado di dimezzare le perdite e chiudere intorno ad un -15%, nel secondo caso sarà inevitabile confermare l'andamento dei primi sei mesi dell'anno».
Sonepar rimane comunque un gruppo internazionale solido e liquido che negli ultimi 20 anni ha saputo incrementare il proprio fatturato con una media annua del +9% equilibrando crescita interna e acquisizioni. Un gruppo che potrebbe vedere in questa fase di crisi di liquidità un'occasione ottima per proseguire con le proprie strategie di sviluppo per linee esterne.
«Stiamo lavorando con successo all'integrazione di Elettroveneta nel gruppo, operazione che rispetta le autonomie e il modello di business di una controllata eccellente che deve continuare a fare il proprio lavoro come lo sa fare» conclude Novello, alla guida dell'azienda dal 2015 e protagonista di una stagione di crescita senza precedenti in Sonepar.
«Per ora non stiamo pensando a nuove acquisizioni, la situazione del mercato è ancora troppo difficile da leggere: da una parte la crisi di liquidità e le difficoltà del settore sono drammatiche ed evidenti, dall'altra ci sono scommesse aperte, come l'Ecobonus, che danno qualche speranza per il futuro». —
Riccardo Sandre
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