Il Nordest è fuori: nessun European Innovation Hub per il territorio
È ufficiale l’esito della valutazione della Commissione europea sui progetti. Escluso “Neural” di Smact

PADOVA. La decisione è presa: non ci sarà nessun European Digital Innovation Hub a Nordest. La Commissione europea ha ufficializzato ai singoli proponenti la decisione, ratificando di fatto quel che nel documento “non ufficiale” di fine maggio era già emerso.
Risultano esclusi sia “Neural”, il progetto presentato da Smact – il Competence center del Nordest fondato da 8 università del Triveneto (Padova, Verona, Ca’Foscari, Iuav, Trento, Bolzano, Udine e Sissa di Trieste), due enti di ricerca (l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e la Fondazione Bruno Kessler), la Camera di Commercio di Padova e 29 aziende private tra cui Brovedani Group, Carel Industries, Corvallis, Danieli, Dba lab, Electrolux Italia ecc. – che la proposta depostata da Ip4Fvg. Non è nota ancora la motivazione del “no” a “Neural”, mentre per il progetto del Fvg può essere riassunto nel giudizio «insufficiente» rispetto alle soluzioni individuate come risposta ad alcuni temi, ad esempio quello legato al finanziamento.
Il risultato è che – come si evince dal grafico che proponiamo in questa pagina – buona parte del Nord del Paese, e tutto il Nordest, restano esclusi dalla rete degli Edih. «Si dice – è la considerazione di un esponente di uno dei soggetti promotori – che in settembre uscirà un nuovo bando. Se ne parla in Italia, ma non è certo che in Europa lo sappiano».
Fatto sta che l’Europa finanzierà “Basilicata creativa” e il progetto del Fondo per il microcredito, ma non “Neural”, il progetto di Smact che pure teneva insieme tutte le priorità indicate dal bando uscito a febbraio. E Neural condivide la stessa sorte del progetto di Ip4Fvg che aveva l’ambizione di «supportare la digitalizzazione e l’aumento della competitività delle Pmi e delle Pubbliche Amministrazioni del Friuli Venezia Giulia» rivolgendosi a più settori tra cui manifatturiero, salute, edilizia, ambiente.
Ma che cosa sono gli Edih, gli European Digital Innovation Hub? Sono i nodi di una rete di innovazione europea che ha il compito di assicurare la transizione digitale dell’industria, con particolare attenzione alle Pmi, attraverso l’adozione di tecnologie digitali, intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni, sicurezza informatica.
L’obiettivo di questi Poli digitali, è dare impulso al trasferimento tecnologico e alla digitalizzazione, specie del settore manifatturiero. Il bando, con scadenza febbraio 2022, aveva l’obiettivo di selezionare la rete iniziale degli Edih – con una certa attenzione alla territorialità – in grado di soddisfare i bisogni delle Pmi.
Oltre 240 milioni di euro le risorse a disposizione, 41 i progetti presentati dall’Italia, 13 quelli che hanno superato la selezione e otterranno il finanziamento. Di questi – come detto – praticamente nessuno a Nord. Una tranche di 17 progetti hanno ottenuto il “Seal of Excellence” e quindi sono stati considerati progetti di qualità ma non riceveranno risorse Ue bensì un contributo dal Governo; 11 sono stati esclusi – tra cui quello di Smact e quello di Ip4Fvg – e dovranno attendere un nuovo bando.
Da Smact – che ha recentemente rinnovato i vertici portando Alessandro Beghi alla presidenza del Comitato di gestione al posto di Fabrizio Dughiero – nessun commento ufficiale, solo l’attesa di una nuova opportunità. Resta da capire come risponderà il territorio.
L’indiscrezione di fine maggio circa l’esclusione di “Neural” aveva suscitato la dura reazione sia di Dughiero che di altri esponenti delle associazioni di categoria del Veneto, come il presidente di Confindustria Enrico Carraro che aveva sollecitato un confronto con il ministero di fronte ad una selezione che ha visto “premiata” un’area del Paese, segnatamente il Sud, ed esclusa quella più produttiva da «importanti opportunità di sviluppo tecnologico e digitale»
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