Il Museo del Vino guarda ad una nuova sede

“In questo momento ci sono tre diversi soggetti che a vario titolo sono coinvolti dalla realizzazione e – spiega il Presidente della Fondazione MuVin Diego Begalli – da qualche giorno se n’è aggiunto uno con prospettive molto interessanti, visto che potrebbe mettere a disposizione una struttura già esistente in un’area alle porte di Verona da circa 11mila metri quadrati. Contiamo di poter firmare una lettera d’intenti entro gennaio”

Edoardo Bus
Il presidente della Fondazione Muvin Diego Begalli
Il presidente della Fondazione Muvin Diego Begalli

“Cominciamo a fare sul serio”, con questa battuta Enrico Corsi, il consigliere regionale e ideatore del Museo del vino di Verona, spiega i possibili sviluppi che potrebbero interessare il progetto di insediamento del “Muvin” nella città di Verona.

“In questo momento ci sono tre diversi soggetti che a vario titolo sono coinvolti dalla realizzazione e – spiega il Presidente della Fondazione MuVin Diego Begalli – da qualche giorno se n’è aggiunto uno con prospettive molto interessanti, visto che potrebbe mettere a disposizione una struttura già esistente in un’area alle porte di Verona da circa 11mila metri quadrati. Contiamo di poter firmare una lettera d’intenti entro gennaio”.

In sintesi, il progetto del Museo internazionale del vino di Verona risale ad un paio di anni fa quando era emersa una forte volontà politica ed imprenditoriale di dare vita ad una struttura che potrebbe fare concorrenza italiana ai già esistenti musei analoghi di Bordeaux in Francia e a Porto in Portogallo, con la capacità di attirare centinaia di migliaia di visitatori e di consolidare da una parte il primato enogastronomico di Verona e dall’altra di offrire una sponda permanente alla famosa rassegna “Vinitaly”.

All’iniziale programma di insediamento nelle ex Gallerie Mercatali, su Viale del Lavoro e proprietà di Verona Fiere, se ne è affiancato un secondo proposto al Comune di Verona da parte di un fondo di investimento romano, che prevede di collocare il MuVin all’interno di un mega progetto di riqualificazione nell’area semicentrale delle ex cartiere Fedrigoni.

Il Comune di Verona sta esaminando il progetto, ma ecco che emerge questa terza ipotesi avanzata da un soggetto istituzionale ancora sconosciuto, di natura mista pubblico privata. Ma l’intenzione di “fare sul serio” è chiaramente emersa oggi, visto che la Fondazione – nata un anno fa e che ha tra i suoi componenti in CdA Università, Verona Fiere, Camera di Commercio, Provincia e Comune di Verona - ha organizzato un convegno internazionale per confrontarsi con altre realtà straniere, da Porto a Borgogna, dal Museo Vivanco di Briones (Spagna) a Bordeaux, realtà da mezzo milione di visitatori paganti annui e importante volano turistico.

“Se dovessimo partire con un progetto immobiliare ex novo – ragiona ancora Begalli (che è anche prorettore dell’Università di Verona) – dovremmo partire con un investimento da 50 milioni di euro, parte in equity e parte in prestito, con tempi di circa 4/5 anni. Se invece potessimo contare su una struttura già esistente l’investimento sarebbe inferiore ai dieci milioni con tempi di un anno o due”.

Intanto Verona sta a pieno titolo tra le grandi capitali del vino, visto che Paolo Arena, attuale presidente di ConfCommercio Verona e dell’Aeroporto Catullo, è stato anche appena nominato Presidente di “Great wine capital network”, una associazione che riunisce le grandi capitali del vino, che muovono a livello internazionale 35 milioni di turisti appassionati di enogastronomia. Per questo motivo nell’ottobre 24 delegazioni da tutto il mondo arriveranno in città e chissà che allora non abbiano un primo “assaggio” del museo di vino che sarà.

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