I tre giovani imprenditori che con Nplus monitorano la sicurezza dei viadotti
La società di Carlo Ranalletta Felluga, Giordano Riello e Davide Ambrosio a 20 milioni di ricavi è diventata un player di riferimento mondiale nel il sistema che analizza lo stato di salute delle infrastrutture tramite sensori e software

Dal Trentino al mercato globale della sicurezza infrastrutturale. È la traiettoria di Nplus, la deep-tech che in meno di dieci anni è diventata un player di riferimento mondiale nello Structural Health Monitoring, il sistema che analizza lo stato di salute delle infrastrutture tramite sensori e software. Una storia industriale nata nel 2016 nel Polo della Meccatronica di Rovereto, cresciuta combinando manifattura elettronica, sensoristica avanzata e AI.
Fondata dai giovani imprenditori Giordano Riello, Davide Ambrosio e Carlo Ranalletta Felluga (il nonno era Livio Felluga, fondatore della celebre cantina), oggi è attiva in tre linee strategiche: elettronica, soluzioni per l’illuminazione in ambito navale, ambito in cui è diventata fornitore di Fincantieri e, soprattutto, monitoraggio continuo di ponti, viadotti e infrastrutture critiche. «La nostra missione è portare oggettività e continuità nella diagnosi delle opere, fornendo ai gestori strumenti per decisioni manutentive tempestive e data-driven», spiega Ranalletta Felluga.
Progettazione a Rovereto
Uno step nella crescita di Nplus è arrivato con il sistema Vittorio SHM, progettato e prodotto interamente a Rovereto. Una piattaforma che integra sensori, droni, radar satellitari e algoritmi di AI. «Uniamo tecnologie che dialogano tra loro e trasformano milioni di misure eterogenee in informazioni utili», racconta Ambrosio, «fino a pochi anni fa non era neppure immaginabile». Ma l’evoluzione tecnologica non cancella le radici. Ranalletta Felluga ricorda che «il sistema Vittorio porta il nome di mio padre, ingegnere strutturista del post-terremoto friulano, e del figlio del nostro socio Davide: è un ponte simbolico tra generazioni e un modo per tenere insieme tradizione e futuro».
Tutto parte nel 2017
L’ingresso nel mondo del monitoraggio strutturale risale al 2017 con un progetto dedicato alle antenne delle stazioni radio base di Vodafone Towers, ma l’accelerazione avviene dopo il crollo del Ponte Morandi e l’avvio del piano nazionale Strade Sicure 4.0. Grazie a capacità produttive consolidate, Nplus si aggiudica la parte più significativa dei lotti tecnologici, arrivando a monitorare quasi 900 opere. Oggi è primo fornitore tecnologico di Anas, con una copertura pari all’85% delle opere monitorate, e lavora con la maggior parte delle concessionarie autostradali.
Al contempo, ha ampliato il raggio d’azione: dalle scuole agli ospedali, fino a progetti simbolici come il Duomo di Milano e i siti Unesco in Ucraina. «La nostra forza è un capitale umano altamente specializzato: ingegneri, data scientist, elettronici che parlano lo stesso linguaggio dell’innovazione», sottolinea ancora Ranalletta Felluga.
Ottanta persone
Oggi Nplus impiega circa 80 persone, molte delle quali con dottorati di ricerca. Il consolidamento del primato tecnologico ha sostenuto un rapido processo di internazionalizzazione. L’azienda ha aperto due filiali a Toronto e Città del Messico, e sviluppato una rete commerciale che arriva fino in Corea del Sud e Thailandia. I numeri confermano la solidità del modello: dai 6 milioni di fatturato nel 2022 ai 16 del 2024, con una previsione di 20 nel 2025, grazie all’apertura di nuovi orizzonti di operatività a livello internazionale.
Una crescita che continua, per esportare l’ingegneria del Nord Est applicata alla sicurezza delle infrastrutture. «La sfida di Nplus è storicamente stata quella di portare la qualità tecnologica del Made in Italy nei diversi Paesi del mondo. L’Italia ha una capacità industriale che non va sottovalutata e che deve essere difesa e valorizzata. Ci hanno inoltre sempre insegnato che contribuire ad un pianeta più sicuro è un dovere morale, non solo una sfida industriale», conclude Riello. —
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