Gruppo Icm al lavoro sulla Smart City Konza, la prima città intelligente di tutta l’Africa

Il gruppo vicentino ha chiuso il 2021 con 454 milioni di euro, in crescita del 34% rispetto all’anno precedente, e ha in portafoglio opere per 1,8 miliardi. 

VICENZA. Visita al cantiere della Smart city di Konza, in Kenia, per il ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, che ha potuto toccare con mano lo stato di avanzamento del primo hub tecnologico sostenibile che sta vedendo la luce grazie all’expertise italiana del Gruppo vicentino ICM-Impresa Costruzioni Maltauro, tra i top player italiani nel settore delle costruzioni.

Il gruppo è impegnato nella realizzazione della prima fase del progetto, di circa 170 ettari e si sta occupando delle opere di urbanizzazione per accogliere i primi insediamenti necessari a stimolare le successive fasi di sviluppo, tra cui la progettazione e realizzazione di 40 km di strade, parchi, sottoservizi, impianti di potabilizzazione dell’acqua, impianti di trattamento dei reflui, un sistema di raccolta automatico dei rifiuti e alcuni edifici pubblici quali stazioni di polizia e vigili del fuoco.

Situata a settanta chilometri dalla capitale Nairobi, la Smart City Konza si estenderà su una superficie complessiva di 2.000 ettari. Sarà una città intelligente capace di ospitare oltre 200.000 residenti con la realizzazione di abitazioni, suddivise tra residence e social housing, uffici, scuole, un sistema di trasporti efficiente e pulito, costruiti secondo elevati standard di risparmio energetico e sostenibilità, soluzioni architettoniche eccellenti e tecnologie avanzate.

La smart city sarà inoltre un polo tecnologico all'avanguardia grazie alla costruzione di centri di ricerca e università al servizio dello sviluppo di progetti nell'ambito hi-tech. Il completamento e collaudo delle opere è previsto nel corso del primo semestre 2023.

Forte dei risultati positivi ottenuti nel 2021, anno del suo centesimo anniversario, che ha visto un fatturato pari a 454 milioni di euro, in crescita del 34% rispetto al 2020, il gruppo Icm – 650 dipendenti tra Italia ed estero e cantieri in più di 17 paesi nel mondo – punta ora a un ulteriore consolidamento nel triennio 2022-2024, attraverso un piano industriale profondamente basato sui criteri di sostenibilità ispirati agli standard internazionali indicati dalle Nazioni Unite.

Un percorso che prevede specifici obiettivi nelle aree d’azione più significative, quali la supply chain, la sicurezza, l'approccio etico e la gestione della legalità, sino a giungere alla riduzione del gender gap, argomento di particolare rilevanza nell’ambito di un settore come quello edilizio, tradizionalmente orientato al maschile.

La parità di genere in particolare è stato uno degli elementi più coltivati, in primis dando ampio spazio all'ingresso di personale femminile nell'ambito della campagna di ringiovanimento ed ampliamento dell'organico aziendale, che ha interessato anche il cda, con il recente ingresso dell’avvocato Catia Tomasetti e della professoressa Daniela Cantele.

Attualmente il portafoglio lavori acquisiti del Gruppo è superiore a 1,8 miliardi, per due terzi è riferito a infrastrutture e vede controparti pubbliche per 1,88% del totale, quanto al 68% è riferito a lavori in ambito nazionale. Rimane radicata la presenza in molti paesi con cantieri aperti, tra l'altro, in Kenia, Austria, Svizzera, Slovacchia e Medio Oriente.

«Nel nostro centenario dalla nascita, abbiamo raggiunto una dimensione che, grazie al portafoglio attuale e al programma italiano relativo al PNRR, ci permetterà di svolgere un ruolo da protagonisti nel mercato delle costruzioni italiane» commenta il presidente Gianfranco Simonetto, riconfermato il mese scorso insieme all’Amministratore Delegato Darik Gastaldello, in occasione dell’Assemblea dei Soci.

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