Gas Jeans, al via la gara per il salvataggio

Il tribunale di Vicenza fa scattare l’iter per l’acquisizione di Grotto spa. Base d’asta 15 milioni di euro

La redazione

CHIUPPANO. Scatta il conto alla rovescia per il salvataggio di Grotto spa, la società di Chiuppano proprietaria del marchio Gas jeans. Il tribunale di Vicenza ha infatti decretato l’avvio della gara competitiva per l’acquisizione di Grotto fissando la base d’asta a quota 15 milioni di euro, più ulteriori 2,5 per le partecipate Esagon (società italiana che detiene gli outlet), Laurentes e Gas Realiance. Totale: 17,5 milioni. Su questa cifra di partenza dovranno rilanciare gli investitori che dovessero essere interessati a rilevare la società e che avranno tempo fino alle 12 del 27 aprile (con apertura delle buste il giorno seguente).

La procedura competitiva si avvia un mese di distanza dal deposito della seconda proposta di concordato da parte di Grotto spa, costruita sulla proposta di cessione avanzata, in extremis dalla milanese Duke spa, l’unica società ad aver presentato una proposta dopo vari interessamenti di player del settore – da Walter Maiocchi (Malo cashmere) a Stefano Bonacini (Gaudì) - che entrati in data room hanno poi fatto un passo indietro. E che ora potrebbero anche avanzare una proposta.

Di certo la farà Duke (holding di investimento dell’imprenditore Andrea Citterio, molto conosciuto nell’ambito dell’illuminotecnica, ma anche della moda pret à porter) l’unica come detto ad aver presentato una manifestazione d’interesse sulla base della quale, il 22 febbraio scorso, Gruppo ha depositato in Tribunale una proposta di concordato in continuità indiretta che è ancora al vaglio dell’ufficio giudiziario.

«È stato raggiunto il massimo risultato soprattutto per il salvataggio dei posti di lavoro – ha detto al Corriere del Veneto l'avvocato Fabio Sebastiano dello studio legale Casa&Associati che segue l'azienda - ovvero consentire una gara competitiva che permetterà di trasferire tutti gli asset. La procedura è quella dell'articolo 163 bis della legge fallimentare, che privilegia la continuità d'impresa, anche se la proposta di concordato non è stata ancora omologata. In una procedura con la precedente proposta di Grotto per una soluzione in continuità diretta, non passata al voto dei creditori - aggiunge - oggi possiamo vedere non solo l'ingresso di un nuovo proprietario, ma una sicurezza per i 131 dipendenti, l'indotto e il mantenimento sul territorio di una azienda storica».

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