Gas, il consorzio Ascopiave-Acea-Iren firma l’accordo per l’acquisizione di una parte degli asset di A2A
Il perimetro di attività oggetto dell’operazione comprende circa 157 mila utenti – 114mila quelli che passeranno ad Ascopiave tra Veneto, Fvg e Lombardia – distribuiti in 8 Regioni d’Italia e facenti parte di 24 ATEM, per oltre 2.800 km di rete

TREVISO. Ascopiave si è aggiudicato la gara promossa da A2A e di conseguenza le parti hanno siglato l’accordo per il passaggio di proprietà dei relativi asset. Il valore di questi ultimi è stato calcolato in 126,7 milioni di euro, per un perimetro di attività che comprende circa 157 mila utenti, distribuiti in otto regioni italiane, per oltre 2.800 km di rete.
Il corrispettivo dell’operazione, attesa al completamento entro la fine del primo semestre, sarà finanziato dai flussi di cassa della gestione ordinaria e dalla capacità di indebitamento esistente delle società facenti parte del consorzio: l’azienda di Pieve di Soligo pesa per il 58% del consorzio, composto anche dalla romana Acea (28%) e da Iren (14%), che è nata accorpando una serie di multiutility emiliane, oltre a quelle di Genova e Torino. Di conseguenza, Ascopiave otterrà asset ubicati tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia che valgono 73,2 milioni di euro, tra cui il 79,37% della società Serenissima Gas, titolare di una parte delle concessioni. In finale c’era anche Italgas, ma alla fine ha prevalso la cordata guidata dal gruppo trevigiano.
Il margine operativo lordo atteso da questa attività è di circa 12,8 milioni di euro nel triennio 2022-204, mentre il Rab (valore del capitale investito netto ai fini regolatori) 2020 degli asset acquisiti è di 108,9 milioni. Nei giorni scorsi Nicola Cecconato, presidente e amministratore delegato di Ascopiave, aveva spiegato di voler puntare sul gas naturale, nell’ambito di una strategia più ampia “per giocare un ruolo da protagonisti nel processo di transizione energetica”.
Del resto, lo stesso Green Deal dell’Unione europea ha sottolineato l’importanza del gas naturale in questo processo. L’acquisizione è in linea con il piano strategico al 2024 che indica nell’m&a una leva decisiva per la crescita, accanto allo sviluppo per linee interne. Un altro obiettivo è la crescita nel campo delle rinnovabili. Due settimane fa Ascopiave ha annunciato l’acquisizione di sei impianti idroelettrici appartenenti al gruppo Eva con una potenza nominale pari a 4,6 MW e situati tra Lombardia e Piemonte. Le infrastrutture valgono 24 milioni di euro e per il 2022 dovrebbero generare un margine operativo lordo di 2,4 milioni. «É il primo passo di un piano ambizioso. Entro il 2024 vogliamo arrivare al 30-40% di margine operativo lordo legato ai business delle rinnovabili», ha spiegato in proposito Cecconato. «Continueremo a investire soprattutto nell’idroelettrico e nell’eolico, senza trascurare il core business, che resta la distribuzione del gas».
Una strategia in direzione della diversificazione del business, dando priorità ai settori a maggiore potenziale di sviluppo. Quanto alle fonti di finanziamento, la società nei mesi scorsi ha emesso un bond da 200 milioni di dollari (175 milioni di euro), sottoscritto dal gruppo Prudential, e potrebbe reperire nuove risorse – in caso di necessità – attivando la clausola di uscita da Estenergy, alla quale partecipa con Hera.
Un’eventualità che al momento risulta remota. La multiutility veneta ha chiuso i primi nove mesi del 2021 con l’utile netto in calo del 24,7% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, a causa soprattutto del venir meno di una serie di componenti straordinarie, e da un aumento del fatturato nell’ordine del 43,7%, effetto in primo luogo della fusione per incorporazione di Unigas Distribuzione. Per avere un quadro più chiaro dell’andamento occorrerà attenderà i dati del bilancio relativo all’intero esercizio appena concluso. L’appuntamento è per il 10 marzo prossimo, mentre per il 28-29 aprile è stata calendarizzata l’assemblea ordinaria degli azionisti.
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