Gabrielli, i numeri tengono nonostante il caro energia e il mercato altalenante
Il gruppo siderurgico di Cittadella conta di chiudere il 2022 in linea con le aspettative. «Occorrerà gestire rincari, domanda debole e oneri finanziari»

Nonostante le difficoltà del settore siderurgico, il Gruppo Gabrielli di Cittadella prevede di chiudere bene il 2022. Lo afferma il presidente, Andrea Gabrielli, parlando alla community business italiana dell’acciaio Siderweb.
Il Gruppo, stabilimenti tutti nel Nordest con circa 1300 dipendenti, è uno dei principali centri servizi di trasformazione e commercializzazione di prodotti siderurgici in Italia, principalmente piani. Gabrielli prevede un risultato soddisfacente, malgrado il caro energia e la forte volatilità del mercato, «grazie a una prima parte dell'anno molto positiva fino a fine aprile». I problemi sono iniziati a maggio, quando «abbiamo iniziato a soffrire: luglio, che storicamente era un mese fortissimo, è stato quest'anno il peggiore di tutti».

Nei prossimi mesi occorrerà gestire domanda debole, oneri finanziari in rilevante aumento per il rialzo dei tassi di interesse, inflazione e caro bollette generalizzato. Ma le previsioni sull’andamento dei settori utilizzatori confortano Gabrielli.
Impiantistica, meccanica e macchinari industriali stanno ancora beneficiando di carichi di lavoro acquisiti alla fine del 2021, prima del conflitto russo-ucraino. L'automotive resta debole, causa mancanza di componenti e poca domanda. L'elettrodomestico è «il settore che sta vivendo la crisi maggiore: nella fase post-pandemica c'è stata una situazione di ipercomprato e ora sta soffrendo». Mentre l'edilizia sta «proseguendo bene sulla scia del Superbonus 110%, anche se c'è un po' di preoccupazione per le costruzioni in generale», con molti cantieri che rischiano di dover interrompere i lavori a causa di gravi difficoltà finanziarie. E «sta andando molto bene il settore delle macchine agricole».

Il problema dell’energia «rimarrà il driver fino alla fine dell'anno e, temo, anche oltre». Come centri servizi e distribuzione in generale, precisa Gabrielli, «non siamo particolarmente energivori, tuttavia viviamo di una marginalità molto scarsa e per questo dobbiamo fare molta attenzione nell'incorporare qualsiasi aumento dei costi energetici». Anche perché «non possiamo pensare di tornare a marginalità come quelle pre-Covid vista la maggiore difficoltà rispetto allo scorso anno a ribaltare gli aumenti sui clienti finali».
Clienti prevedibilmente «molto preoccupati di quello che sta succedendo: vedono un calo del lavoro e, come i produttori, sono talvolta anch'essi energivori. Negli ultimi due anni sono stati in grado di sostenere il super ciclo delle commodity, ma ora con il problema del caro energia hanno serie difficoltà a trasferire i costi a valle».
Gabrielli prevede un leggero aumento dei prezzi verso fine anno, «dovuto al fatto che i produttori hanno la necessità di compensare l'impennata dei costi energetici. La volatilità dovrebbe essere molto più contenuta rispetto alla prima parte del 2022 e ci si augura che il consumo torni su livelli adeguati in modo da ridurre la forte competitività che si è creata negli ultimi mesi».
La situazione del mercato dei prodotti piani è straordinaria. Dopo il massimo storico di marzo/aprile, 1300 euro la tonnellata per i coils a caldo, il prezzo è sceso di quasi il 50% a 750 euro. «Non si era mai assistito prima a una salita e a una discesa così accentuate in tempi così ristretti», commenta Gabrielli. Ma la domanda «resta debole e come centri servizi e distribuzione facciamo fatica a capire se esista o meno una richiesta potenziale che rimane inespressa a causa dell'attesa di ulteriori ribassi. Al momento stiamo notando tuttavia una leggera ripresa nella dinamica degli acquisti dovuta al timore di ulteriori aumenti di prezzo».
L'offerta invece non manca: «Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, tutti temevano di non trovare materiale e, di conseguenza, erano corsi all'acquisto. Appena il mercato ha recepito il fatto che l'offerta si stava riequilibrando, ci si è fermati e si è assistito a una discesa fortissima delle quotazioni. Ora di materiale ce n'è nonostante le scorte si stiano riducendo».
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