Furla, l’incredibile headquarter firmato Geza Architettura
Lo studio fondato da Stefano Gri e Piero Zucchi è l’autore del progetto dell’avveniristico, e sostenibile, quartier generale di Furla nella Valle del Chianti

UDINE. I numeri possono trarre in inganno.
Parliamo infatti di 18.300 metri quadrati di edifici, non pochi dunque, e di un luogo incantevole, Tavarnelle Val di Pesa, in provincia di Firenze, nella zona del Chianti.
Ed ecco la sfida: inserire un progetto di architettura industriale e uffici nella natura, far incontrare operosità, produzione, sostenibilità e paesaggio.

Per rispondere a questa sfida Furla ha scelto Geza Architettura, lo studio fondato nel 1999 da Stefano Gri e Piero Zucchi, che oggi è un team di architetti guidati da curiosità e passione, che condividono la ricerca della sintesi fra idee, bellezza e funzionalità.

«Per Geza il progetto è disegnare lo spazio (Architettura) immerso nell’ambiente (luce e paesaggio), attraverso il fluire del tempo – spiegano da Geza – . Le nostre architetture ricercano nuovi significati e creano nuove identità. Nel corso degli anni l’esperienza di Geza si è affinata nella progettazione architettonica, urbanistica, dell’interior design e del product design, sviluppata con una originale interpretazione del contesto, una forte attenzione alla materialità del dettaglio e la ricerca di soluzioni a misura d’uomo. Sempre tendendo ad una condizione poetica. Il focus principale dello studio è incentrato sulla relazione fra architettura industriale e paesaggio, con la ricerca costante di nuove interpretazioni dei luoghi del lavoro».

Idee e valori declinati nel progetto dell’headquater di Furla che, come accennato, occupa una superficie complessiva di 42.000 mq, di cui 18.300 mq edificati, con tre corpi principali: uno destinato agli uffici, due ai laboratori e alla logistica. Tutti pensati per integrarsi nel modo meno invasivo al paesaggio, assecondando l’andamento naturale della collina, quasi mimetizzandosi con l’ambiente circostante e armonizzandone così l’impatto estetico.

Il disegno degli spazi aperti è l’elemento principale dell’impianto progettuale. La morfologia del terreno viene rispettata e valorizzata nei tre elementi fondamentali, il viale di accesso, i terrazzamenti e la piazza Furla, che disegnano i “vuoti” attorno ai volumi degli edifici.

La natura supera i confini fra interno ed esterno grazie a un sistema di patii e di tetti verdi con vista sull’area boschiva.
Un grande gruppo di querce secolari viene conservato e valorizzato, mitigando così l’area adibita a parcheggio.
L’ingresso principale riprende l’archetipo degli accessi alle ville toscane: un filare ordinato di cipressi che accoglie il visitatore e descrive il percorso d’accesso.

Tale ritmo viene riproposto sulla facciata degli edifici con lamelle filtranti frangisole che controllano e mediano la luce a seconda dell’orientamento e delle stagioni, proteggendo dai raggi diretti del sole e distribuendo l’illuminazione all’interno degli spazi di lavoro. Questo sistema favorisce inoltre l’inerzia termica con conseguente riduzione dei costi energetici.

Lungo il viale si dispongono in armonica successione di piani gli edifici, sfalsati in pianta e posti su livelli diversi per ospitare le differenti attività del quartier generale, il parcheggio integrato alla morfologia del terreno, e la piazza Furla, punto focale dell’asse che segna l’arrivo e l’ingresso principale.
Da questo punto panoramico, concepito come cuore dell’azienda, si accede sia alla parte direzionale, sia alla parte produttiva, realizzando così un connubio tra uffici e laboratori, che seppure organizzati in volumi diversi, sono organicamente collegati da percorsi interni.

Grande attenzione è stata posta al tema della sostenibilità, nella progettazione di tutti gli edifici: in un’ottica di risparmio energetico, è stato previsto un impianto fotovoltaico a copertura dello stabilimento produttivo e pannelli solari termici sia per la produzione di acqua calda sanitaria, che di acqua calda ad uso riscaldamento.
L’illuminazione è garantita da luci a led e si prosegue nella strategia già adottata di approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili. La superficie esterna degli edifici produttivi è trattata con una pittura a base di polvere minerale inorganica che, attivata dalla luce, riduce gli agenti inquinanti nell’aria.
Un’ulteriore caratteristica è una tecnologia innovativa che garantisce un elevato indice di riflessione riducendo in modo significativo il calore assorbito dalle facciate. Non ultimo, è previsto un sistema che incanala l’acqua piovana che filtra nel terremo argilloso, per poterla poi utilizzare nell’irrigazione del giardino e di tutte le aree verdi presenti
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