Fincantieri, la prima nave a idrogeno in produzione dal 2025

Il gruppo triestino sarà il primo al mondo a progettare e realizzare le navi da crociera del futuro, ovvero navi alimentate anche a idrogeno, grazie ad una nuova rivoluzionaria tecnologia finora mai sperimentata su navi di grandi dimensioni.

Piercarlo Fiumanò
I cantieri di Monfalcone
I cantieri di Monfalcone

Fincantieri in pole position per diventare il primo cantiere navale al mondo a progettare navi da crociera ibride a idrogeno, grazie a una nuova tecnologia, finora mai sperimentata, su unità di grandi dimensioni.

L’obiettivo è iniziare la produzione nel 2025 con la prima nave a idrogeno made in Fincantieri che debutterà in mare a inizio 2027.

La novità è stata annunciata nell’ambito dello Snim-Saloni Nautici di Puglia, una delle più grandi manifestazioni nautiche dell’Adriatico e del Mediterraneo, in cui grandi gruppi come Fincantieri, Edison e Snam, Rina stanno discutendo sul futuro della transizione energetica in ambito marittimo.

Come ha ricordato la responsabile Fincantieri del progetto Wave 2 the Future, Caterina Cobino, il gruppo triestino, unico cantiere navale europeo ad essersi aggiudicato un Ipcei (Importante Progetto di Comune Interesse Europeo), sarà il primo al mondo a progettare e realizzare le navi da crociera del futuro, ovvero navi alimentate anche a idrogeno, grazie ad una nuova rivoluzionaria tecnologia finora mai sperimentata su navi di grandi dimensioni.

Fincantieri mutua il know-how alla base di questo progetto dalle fuel-cells a idrogeno realizzate in passato per i propri sottomarini, poi evolute grazie al progetto della nave-laboratorio Zeus, primo prototipo al mondo in grado di navigare a idrogeno. «Fincantieri è un’eccellenza nella nuova economia del’idrogeno»: così aveva detto Kadri Simson, commissario europeo all’energia, riferendosi al prototipo Zeus, un’unità navale sperimentale alimentata tramite fuel cell realizzata nel cantiere di Castellamare di Stabia.

Oggi il gruppo è pronto al successivo salto tecnologico a bordo di navi sempre più grandi, che potranno contare quindi su una fonte energetica a impatto zero per la propulsione del futuro.

Propulsione che, in questa fase, come ha precisato Cobino, sarà ibrida: «L’idrogeno potrà coprire dal 20 al 40% della potenza totale richiesta. Ciò significa che le navi potranno stazionare in porto o navigare in zone protette, senza inquinare».

Queste nuove fuel-cells verranno realizzate a Bari grazie al contributo progettuale di Isotta Fraschini Motori, storica società controllata del gruppo Fincantieri, specializzata nella produzione di motori marini e sistemi di generazione innovativi. Nello stabilimento della gloriosa Isotta Fraschini è stato realizzato il più grande grande impianto fuel cell sperimentale containerizzato d’Europa. Negli anni Fincantieri ha potuto testare impianti di generazione basati su differenti tipologie di fuel cell anche nei laboratori dell’Area Science Park di Trieste in collaborazione con l’Università.

Una rotta verso “emissioni zero” di cui il gruppo Fincantieri sarà quindi protagonista, contribuendo alla sfida tecnologica della decarbonizzazione dell’intero trasporto marittimo, obiettivo che Fincantieri conta di centrare entro il 2035 (per la flotta delle navi da crociera), in anticipo rispetto al target internazionale del 2050.

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