EssiLux, il 2021 anno record: «Creato un campione globale, ma non compriamo griffe della moda»
Il presidente Del Vecchio «L’integrazione di GrandVision è un passo importante». Il gruppo smentisce l’interesse per un possibile investimento in Armani o D&G

PARIGI. «Negli ultimi anni abbiamo condiviso lo straordinario percorso di EssilorLuxottica e l’obiettivo di dare vita a un’azienda unica, capace di rispondere alle crescenti esigenze del nostro settore. L’integrazione di GrandVision nella nostra famiglia rappresenta un passo importante verso la realizzazione della nostra visione di azienda aperta e a rete, integrata verticalmente e capace di generare crescita per l’intero settore». Leonardo Del Vecchio, presidente di EssilorLuxottica, a Parigi all’assemblea del colosso di lenti e occhiali non c’era. «Ha avuto un po’ di febbre» ha spiegato l’ad Francesco Milleri. Ma il messaggio ad azionisti e dipendenti è comunque arrivato.
EssiLux ha chiuso un 2021 importante e cruciale, che ha visto il completamento dell’operazione GrandVision rafforzando ancor di più la leadership incontrastata di Big lens sul mercato e la verticalizzazione del suo modello. «Cinque anni dopo aver iniziato il nostro viaggio comune per integrare Essilor e Luxottica, abbiamo finalmente raggiunto i nostri risultati» ha detto Milleri sottolineando come il gruppo rappresenti «una storia unica e stimolante per tutti. Siamo riusciti a costruire un campione globale come nessun altro».

Nel 2021 il gruppo ha registrato i nostri migliori risultati finanziari di sempre, con un fatturato in crescita del 20% rispetto al 2019 e del 40% rispetto al 2020, con circa 3 miliardi di free cash flow e un utile netto vicino ai 2,5 miliardi. Milleri ha ricordato che quattro anni fa Essilor era una società da 7 miliardi di euro e Luxottica da 9 miliardi, mentre «oggi EssilorLuxottica è un gruppo combinato da oltre 21 miliardi, una delle principali società quotate al Cac 40 e all'Euro Stoxx 50 e continua a crescere».

Grandi risultati che Milleri dice «non si sarebbero potuti realizzare senza la forte guida del nostro presidente e senza la passione e la dedizione dei nostri dipendenti di talento in tutto il mondo» ha poi aggiunto.
Circa l’operazione GrandVision, il vice amministratore delegato Paul du Saillant, ne ha ribadito il ruolo nella creazione del modello di EssiLux come One Company. «Il nostro gruppo si sta riequilibrando in due dimensioni principali: geograficamente, rafforzando la nostra impronta in Europa (gli Stati Uniti rappresentano ora il 45% e l'Europa il 35%) e in termini di linee di business, rafforzando la nostra impronta retail in relazione alle soluzioni wholesale, ciascuna delle quali rappresenta ora circa il 50%».

Circa il futuro, Milleri ha stoppato possibili incursioni del gruppo nel mondo della moda. «Al momento non abbiamo piani per entrare in marchi nella moda. Noi produciamo i migliori marchi in giro per il mondo e siamo felici così». Ha replicato in assemblea alla domanda di un piccolo azionista su un possibile investimento in Giorgio Armani o in Dolce e Gabbana.

«Il settore degli occhiali ha bisogno di più che qualcuno vi investa per diventare più di moda. I nostri maggiori concorrenti oggi sono infatti le sneakers: le giovani generazioni pensano sia più cool avere scarpe di moda che non un paio di occhiali a differenza di quanto avveniva in passato. Il fatto che Lvmh e Kering ci aiutino a sviluppare la categoria degli occhiali è un bene».
Essilux ha anche OneSight EssilorLuxottica Foundation per rilanciare l'impegno del gruppo di lenti e occhiali a realizzare la sua missione di aiutare le persone, ovunque nel mondo, a «vedere meglio e vivere meglio».
Si tratta di un pilastro importante - si legge in una nota - della strategia di sostenibilità di EssilorLuxottica per supportare e promuovere la vista come diritto umano fondamentale. La OneSight riunisce le principali azioni di advocacy e filantropiche del gruppo a livello globale. Leonardo Del Vecchio continuerà a operare tramite la fondazione che porta il suo nome n ambiti paralleli ma diversi come il nuovo ospedale in Rwanda e il rilancio, a fianco del Vaticano, del Fatebenefratelli a Roma.—
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