Electrolux torna a vedere l’utile. A Porcia turno unico a gennaio

Il gruppo interrompe la lunga sequenza delle trimestrali in perdita. A fine luglio stop alla trasferta di lavoratori a Susegana. Tornano le voci di vendita

Elena Del Giudice

Electrolux inverte il trend e chiude il secondo trimestre con un fatturato in crescita, ma a Porcia - quartier generale del gruppo in Italia con stabilimento specializzato nella produzione di lavabiancheria - il miglioramento non è visibile.

Sospeso il contratto di solidarietà, come da accordo sindacale, ma le ore lavorative restano 6, e le 2 mancanti vengono coperte utilizzando i permessi. Annunciata poi, con decorrenza gennaio 2025, l’adozione dell’orario a giornata con turno unico 7-16, una decisione che viene letta come la conferma di una riduzione della capacità produttiva. A fine luglio, infine, termineranno le trasferte di alcuni lavoratori da Porcia a Susegana, che potrebbero venire sostituiti da neoassunti nella fabbrica veneta con contratto a termine.

Tornando ai conti, Electrolux ha chiuso il trimestre con un fatturato di 33,92 miliardi di corone svedesi, 2,90 miliardi di euro, contro i 32,65 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno (pari a 2,80 miliardi di euro), con un aumento delle vendite organiche del +6,8%. Il reddito operativo è di 419 milioni di corone, 36 milioni di euro, contro un risultato negativo per -124 milioni di corone dello scorso anno, e registrando una marginalità positiva dell’1,2% (contro il -0,4% del ’23). E, ancora, l’utile operativo del gruppo è migliorato di oltre 1 miliardo di corone, 86 milioni di euro, grazie ad una significativa riduzione della perdita in Nord America, Sul fronte mercati, spicca l’America Latina, con una elevata crescita delle vendite ed un margine operativo del 7% nei 12 mesi, mentre l’Europa resta debole, a causa della stagnante domanda di mercato del settore delle cucine.

La multinazionale svedese che in Italia conta 5 stabilimenti produttivi per circa 4.500 addetti, rompe la sequenza di trimestrali negative rivedendo una crescita del fatturato e anche della marginalità, dopo aver avviato - ricordiamo - due imponenti piani di ristrutturazione a livello mondo che sebbene abbiano impattato maggiormente sugli stabilimenti americani del gruppo, hanno interessato anche l’Italia, con una quota di esuberi sia tra gli operai che tra gli impiegati, attualmente in fase di gestione attraverso strumenti soft come ammortizzatori sociali e uscite volontarie.

«Abbiamo sovraperformato il mercato - è la considerazione del ceo Jonas Samuelson - in Europa e in Nord America e continuato a generare un mix positivo con una crescita delle vendite del 7%». È migliorato l’utile operativo e, quindi, il Gruppo ha rivisto l’utile. Nel periodo le condizioni di mercato sono state le stesse dei trimestri precedenti, con «l’effetto cumulativo di inflazione elevata e tassi di interesse alti che continuano a pesare sul clima di fiducia dei consumatori». Fattori che ritardano il previsto mutamento della domanda soprattutto in Europa.

«Continueremo a portare avanti le attività di riduzione dei costi - ancora il ceo - , con significativi benefici in termini di costi che si prevede avranno un impatto nella seconda metà dell'anno». Così come proseguono le iniziative di disinvestimento di attività non strategiche, tra cui quella in Sudafrica (produzione di scaldabagno) ceduta per 1,4 miliardi di corone. Infine circolano nuovi rumors su un possibile passaggio di mano di Electrolux, operazione a cui sarebbe interessata la cinese Hisense.

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