Electrolux Porcia, non c’è l’accordo sulla “cassa a ore” per 790 operai

Nulla di fatto nel primo confronto azienda-sindacati. Fissato un altro incontro a luglio per cercare un’intesa
Maura Delle Case/

Fumata nera alla Electrolux di Porcia. L’incontro di ieri tra i vertici del sito industriale friulano e le rappresentanze sindacali sulla richiesta di cassa integrazione avanzata dall’azienda si è concluso in un nulla di fatto. Le parti si sono riaggiornate intorno al 10 di luglio quando tenteranno nuovamente di trovare un accordo sull'uso della Cigo e sulla modalità di utilizzo dell’ammortizzatore sociale che, ricordiamolo, Electrolux ha chiesto a causa la momentanea carenza di commesse, per 9 settimane: dal 17 luglio al 1° ottobre (tolte le due settimane di chiusura collettiva per ferie dal 7 al 20 agosto) per un massimo di 790 operai.

Troppe secondo le parti sociali, considerato che l’azienda vanta un residuo di cassa attivabile, sul quinquennio mobile, di sole 12 settimane a fronte di un futuro che resta fortemente incerto, con mesi a venire che a oggi non promettono, anzi, una ripartenza decisa del mercato dell’elettrodomestico.

C’è poi da sciogliere il nodo relativo all’applicazione dell’ammortizzatore, che l’azienda vorrebbe utilizzare come riducendo l’orario giornaliero da 8 a 6 ore e coprire le 2 residue con la Cigo. «Noi invece vorremmo giornate di chiusura collettiva - fa sapere Gianni Piccinin, segretario di Fim Cisl Fvg -, ma su questo non ci siamo messi d’accordo. Abbiamo raccolto le proposte dell’azienda e ora faremo le nostre valutazioni per incontrarci nuovamente il 10 oppure l’11 luglio. Per quanto mi riguarda un accordo comunque dobbiamo trovarlo, nell’interesse di tutti».

L’incontro di ieri è stato l’occasione per fare il punto sulla situazione dell’azienda di Porcia che si misura, come in generale il settore del bianco (e non solo) con un forte rallentamento del mercato, in parte fisiologico dopo il boom degli ultimi due anni, che oggi fa i conti però con un mix di altri fattori, dall’inflazione all’aumento dei tassi dei mutui, che certo influenzano la propensione alla spesa delle famiglie.

«L’azienda ha ribadito il fatto di avere oggi una visibilità che va da due a tre settimane» fa sapere ancora Piccinin riportando previsioni niente affatto rassicuranti relativamente ai volumi di produzione del sito friulano da qui a fine estate. Anche se a giugno è andata un po’ meglio del previsto. «Rispetto all’attesa di 41mila pezzi, il mese chiuderà intorno ai 43mila».

Andrà, stando alle previsioni, un po’ meglio a luglio, «mese per il quale si prevedono 45mila pezzi», e ancor più ad agosto, «con 50mila pezzi» continua il sindacalista ricordando tuttavia che i numeri vanno raffrontati con la capacità produttiva ordinaria della Electrolux di Porcia che su base mensile si attesta a 70mila pezzi. Il sito produce insomma molto meno di quanto potrebbe e dovrebbe con un risultato ridotto su base annua: rispetto al budget di 720mila pezzi, il 2023 si chiuderà intorno ai 660mila.

Va da sé la necessità di utilizzare gli ammortizzatori per attutire il colpo del rallentamento produttivo di questi mesi. «Se a luglio utilizziamo 2 settimane di cassa integrazione significa che poi ce ne restano solo 10» ammonisce Piccinin che guarda con attenzione all’anno prossimo e in particolare alla parte iniziale, tipicamente a bassa stagionalità.

Per il sindacalista andrebbe fatto un ragionamento di gruppo sull'uso del ammortizzatori sociali «perché è vero che Porcia soffre il calo di volumi più degli altri siti italiani di Electrolux, ma è vero anche che nessuno sta vivendo un momento fantastico». Vien da dire, Susegana a parte. Se non fantastico il sito veneto sta vivendo infatti un momento almeno positivo, considerato che l’azienda ha decretato lo stop della cassa integrazione, almeno per i prossimi mesi, e ha deciso di assumere da subito una quarantina di operai in linea, stabilizzando altrettanti contratti a termine in scadenza a fine giugno.

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