E’ nato Ridoprìn Lab. «Recuperiamo tessuti e oggetti a cui diamo nuova vita. E offriamo lavoro»
E’ un progetto di economia circolare ideato dalla cooperativa sociale Karpos che punta ad offrire opportunità lavorative a donne in difficoltà

PORDENONE. Nasce nel borgo di Torre, a pochi passi dal centro di Pordenone, “Ridoprìn Lab”, laboratorio di recupero e riuso tessile e di oggetti, ideato dalla cooperativa sociale Karpos e incentrato su sostenibilità ambientale e creazione di nuove opportunità lavorative per il reinserimento occupazionale di persone svantaggiate ed in favore di donne in difficoltà o persone ricomprese nelle fasce deboli. L’intervento è finanziato dal Comune di Pordenone e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri all’interno del bando pubblico “Una Impresa Accessibile ed Inclusiva”.

«Un progetto di economia circolare in perfetta linea con il Green Deal europeo – spiega Paola Marano, presidente di Karpos - Un’impresa tutta al femminile secondo le linee di indirizzo europee che richiedono proprio una particolare attenzione alla parità di genere e quindi per questo ideato ed attuato per costituire esempio di buona pratica, intervento innovativo e creativo”. Il “Ridoprìn Lab”, porta un nome che richiama il verbo friulano “tornìn a doprâ” cioè riusiamo, contribuendo allo sviluppo dell’economia circolare, amica dell’ambiente, in cui si dà nuova vita a oggetti vecchi invece di gettarli nei rifiuti.

Infatti, il nuovo progetto punta a recuperare e riutilizzare senza sprechi vestiti e tessuti di qualità attraverso la tradizione della creazione sartoriale e il reimpiego occupazionale di donne in condizione di fragilità.
Il laboratorio sartoriale nasce a distanza di un secolo dalla fondazione della Cooperativa dell’Ago ad opera del prete di don Giuseppe Lozer, una delle figure più importanti della cooperazione del Friuli occidentale, che negli anni ’20, ’30 e’40 del Novecento, fu artefice di molte cooperative in aiuto alla popolazione locale a Torre di Pordenone.

«Abbiamo affittato dei locali in centro a Torre - ha aggiunto Paola Marano, proprio nei pressi della piazza dedicata a don Lozer. Abbiamo pensato non fosse una casualità, infatti nel 1921, cioè esattamente 100 anni fa, il prete fondò proprio in questo borgo, la Cooperativa dell’Ago, una cooperativa al femminile nata per dare occupazione alle donne che non avevano trovato impiego nel vicino cotonificio. E anche il nostro progetto è dedicato a tutte quelle donne in situazione di fragilità: giovani madri sole con figli a carico, donne che a lungo si sono impegnate in lavori usuranti come possono essere quelli assistenziali o di pulizia, come anche le donne in età vicina alla pensione ma che non l’hanno ancora raggiunta e che faticano a trovare occupazione».

«L’idea - ha precisato Marano - è di dare vita ad un laboratorio creativo in cui gli accessori, i capi e i complementi d’arredo vengono rinnovati o realizzati in maniera artigianale e poi venduti. Una sorta di laboratorio del riuso sartoriale, per aiutare le persone a rinnovare il guardaroba in modo sostenibile. Ma anche un’impresa che offre servizi e collaborazioni alle aziende».
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