Debutto a Piazza Affari per IVision Tech

In due anni è riuscita a compiere poco meno che un miracolo, a rimettere in piedi un sito produttivo che sembrava condannato a non avere futuro e a garantirne l’occupazione, il tutto ritornando alla vocazione manifatturiera originaria: la produzione di occhiali.
Oggi iVision Tech, società di Martignacco guidata dai fratelli Stefano ed Eva Fulchir e partecipata dal fratello Federico, si prepara a scrivere una nuova pagina di quest’avventura con l’apertura al mercato finanziario del suo capitale. L’impresa ha infatti presentato in data 18 luglio 2023 la comunicazione di pre-ammissione all’Euronext Growth Milan (Egm), il mercato di Borsa italiana dedicato alle Pmi ad alto potenziale di crescita.
iVision Tech è una delle otto matricole attese a Piazza Affari per la quotazione tra la fine di luglio e l’inizio di agosto.
Nel caso dell’azienda friulana, l’Ipo (offerta pubblica iniziale) passerà da un aumento di capitale, riservato a investitori istituzionali nazionali ed esteri, il cui valore, come del resto i dettagli dell’operazione, restano - ancora per il momento - riservati.
L’obiettivo è però intuibile. L’apporto di nuovi capitali dal mercato servirà a sostenere l’ulteriore fase di crescita e di sviluppo dell’azienda che ha chiuso i conti 2022 con un fatturato di 7,9 milioni di euro, realizzato al 97% sul territorio nazionale e legato per oltre l’80% alla produzione di occhiali che l’anno scorso hanno sfiorato le 500 mila unità.
Numeri inimmaginabili meno di tre anni fa quando, nell’ottobre del 2020, la famiglia Fulchir rileva lo stabilimento da Safilo convertendolo temporaneamente alla produzione di mascherine; una parentesi utile, considerata la contingenza pandemica, destinata però a restare tale e diventare in breve residuale. Nel 2021 iVision Tech rimette in moto le linee di produzione, spente da un anno, e riprende a produrre occhiali: circa 100 mila nel primo anno, saliti a circa 500 mila nel secondo. Con l’obiettivo di arrivare a 1,2 milioni di occhiali prodotti saturando la capacità produttiva dello stabilimento che è di 4.000 occhiali in acetato al giorno e oltre 6.000 semilavorati al giorno. L’accelerazione messa a segno fin qui è stata resa possibile dal know-how dei dipendenti – circa 150 al 31 dicembre 2022 –, dagli impianti produttivi, alcuni rimasti dalla precedente attività mentre altri sono stati acquistati ex novo, e non ultimo dalle capacità manageriali e di relazione dei Fulchir e della squadra di professionisti, a partire da Marcello Marinelli con comprovata esperienza nel settore eyewear, messe insieme per guidare la società in un mercato difficile come quello dell’occhialeria.
La qualità dei prodotti realizzati in Friuli fa il resto, garantendo alla società commesse per alcuni dei più importanti gruppi del lusso dell’eyewear a livello internazionale, titolari delle licenze delle grandi firme dell’occhialeria. Oggetti del desiderio, perché di tali si tratta, gli occhiali made in Friuli sono il risultato di un ciclo produttivo integrato composto mediamente da 36 processi produttivi concatenati che vanno dal disegno a mano o dalla prototipazione in 3D fino alle fasi finali di assemblaggio e finissaggio fino al confezionamento.
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