Dalla Tav alla A4, dalla Pedemontana veneta all’alta velocità, l’acciaio di Ferroberica conquista le grandi opere
L’azienda vicentina del gruppo Alfa Acciai, ha raggiunto i 280 milioni di ricavi e festeggia i 50 anni

La vicentina Ferroberica si prepara al boom della domanda di tondino per cemento armato previsto per i progetti di infrastrutture finanziati dal Pnrr. L’azienda sta in particolare organizzando gli stabilimenti di Vicenza e Brescia a lavorare su due turni per servire la domanda dei grandi cantieri del Nord Italia, con assunzione di nuovo personale e inserimento di figure manageriali e professionalità tecniche.
Ferroberica, 135 dipendenti e 280 milioni di fatturato nel 2022, è specializzata in servizi di presagomatura, assemblaggio e posa in opera di tondo per cemento armato. Nel 2023 festeggia 50 anni di storia, di cui 32 nel gruppo bresciano Alfa Acciai, produttore di tondo e vergella utilizzati nel settore delle costruzioni.
«Per i progetti Pnrr siamo pronti a servire i cantieri in tutta Italia con la nostra presenza capillare sul territorio e una capacità produttiva complessiva di 400mila tonnellate annue nei quattro stabilimenti di Vicenza, Sedegliano (Udine), Montirone (Brescia) che è l’impianto di sagomatura più tecnologico ed automatizzato al mondo, e Catania. E lavoriamo anche in altri paesi dell’Europa continentale», spiega Giorgio Binelle, amministratore delegato di Ferroberica.
Sulle infrastrutture Binelli puntualizza come in Italia i progetti Pnrr, e quindi l’avvio dei lavori, siano più avanti nel Meridione che nel Settentrione: «Al Nord c’è un ritardo di 5/6 mesi: le grandi opere dovrebbero partire nei prossimi mesi. Mentre al Sud, che serviamo con l’impianto di Catania, i progetti sono già avviati e abbiamo acquisito varie commesse importanti: per esempio 50mila tonnellate di conci per gallerie per l’alta velocità ferroviaria Napoli-Bari, che serviremo con una nostra struttura specialistica localizzata. Idem per la linea Catania-Messina».
L’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) evidenzia che un motivo rilevante del forte rallentamento di sei mesi al Pnrr è stato sicuramente il notevole rincaro del costo dei materiali, a causa del quale le stazioni appaltanti hanno dovuto rivedere i progetti e aggiornare i prezzari. Ma «non è un’opzione fermarsi», ha dichiarato recentemente la presidente di Ance, Federica Brancaccio, sottolineando che si deve e si può recuperare.
Ferroberica prevede che nel 2023 i suoi volumi produttivi saliranno a 300mila tonnellate, rispetto alle oltre 260mila del 2022. «L’anno scorso il nostro fatturato è stato di 280 milioni di euro, effetto dell’enorme impatto dell’aumento dei prezzi dei materiali. Ma quello che conta di più per noi è il volume di produzione», precisa Binelle. «Il primo quadrimestre 2023 è stato in linea con il budget, e in prospettiva abbiamo un portafoglio ordini che ci permette di fare scelte oculate sulle tipologie di commesse da acquisire più adatte ai nostri impianti. Quindi i tutor esperti all’interno dei nostri impianti stanno addestrando il personale per il doppio turno, in modo da essere pronti a gestire l’aumento dei volumi di produzione».
Spiega Andrea Biasi, direttore tecnico-commerciale di Ferroberica: «Oggi il focus del nostro approccio al cantiere è la grande prefabbricazione, con il supporto anche di consulenti esterni specializzati. Questo ci permette di proporre alle imprese, già in fase di offerta, soluzioni innovative applicabili anche alle grandi strutture, riducendo i tempi di esecuzione, ottimizzando l’utilizzo delle risorse e incrementando anche i livelli di sicurezza dei lavoratori».
Tra i grandi progetti di opere infrastrutturali e di costruzioni iconiche realizzate con l’apporto di Ferroberica ci sono la nuova linea ferroviaria AV/AC Brescia-Verona e Verona-Vicenza, la linea AV/AC Napoli-Bari, la Stazione dell’Alta Velocità di Reggio Emilia, la superstrada Pedemontana Veneta, la terza corsia della A4 Venezia-Trieste, il tunnel del Frejus, il Mose, la torre PWC dell’architetto Libeskind di Milano City Life.
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